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Guerra alla Russia, di nuovo. Nel deserto di Europa

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Il Tazebao – Far guerra alla Russia (riconfermato Putin con l’87% delle preferenze) non ha mai portato niente di buono agli europei: lo insegna la Storia ma, tra “Buona scuola” e “didattica a distanza”, latitano gli allievi. Dei professori, magari groupies di noti terroristi, meglio non parlare. Insomma, non paga dei disastri militari del passato, non contenta della deindustrializzazione in stato avanzato, l’Unione Europea, fresco il regalino green per completare lo smantellamento dei patrimoni, si ritrova sempre più coinvolta in un conflitto che avrebbe dovuto scongiurare con una propria iniziativa diplomatica. Un po’ come in Medioriente, dove si muore, da ambo le parti e tanto. Non oggi chiaramente che tutto è perduto ma a cavallo degli anni ’90 sì. A proposito, in Russia, a ora, ha votato oltre il 60%, anche con il voto elettronico. La Francia, con la quale l’Italia sotto Draghi – repetita iuvant – ha siglato il celeberrimo Trattato del Quirinale, procede verso un impegno sempre più diretto in Ucraina. Dopo fioriranno alleanze militari alternative alla Nato e ne vedremo di ogni con il ritorno di Trump. Dismetti tu che dismetto subito anch’io! Nella corsa a chi è meno italiano, Vodafone recupera il terreno perso con Tim, oggi Tam perché c’è lo zio Sam: tutto in Svizzera, non a Credit Suisse – un annetto fa il crollo – ma a Swisscom. Si può obiettare che si tratta di multinazionali, quindi senza patria geneticamente; tuttavia, l’Italia perde sempre più pezzi in un settore chiave come quello delle connessioni. Per lo meno, il CEO, pardon la CEO, ci ha evitato la minestrina anglofona con espressioni quali leverage e peer-qualcosa. In occasione della sfida Fiorentina-Maccabi, mentre il calcio è sempre meno uno sport di massa, c’è stata anche una prova sociale. Nulla a che vedere con le ordinarie, non leggere, misure di sicurezza fatte di tornelli, telecamere, tessera del tifoso. Una serrata, con controlli a tappeto, elicotteri, supermercati che non potevano vendere certi prodotti, vie chiuse, orari prestabiliti. Oltre la narrazione e le oggettive necessità di sicurezza c’è una precisa regia del potere dietro. Io “esagero” sempre, spero di sbagliarmi. Temo di no.

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  1. Notte di droni
  2. Sprazzi di bellezza
  3. Testimoni di un mondo nuovo. Buona Pasqua di Resurrezione
  4. Verso la fine dell’ordine globale
  5. La forza delle dismissioni. Gli Houthi sanno (pure) di geografia. E Gaza è come Alesia

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