Il Tazebao – Come il Sudafrica ai tempi dell’Apartheid, sembra che gli Stati Uniti vogliano proiettare l’Ucraina post-Maidan in una dimensione internazionale tale da poterla usare come testa d’ariete per i propri interessi. Nel Tazebao del giorno del 3 gennaio abbiamo accennato al fil rouge che lega uno di quegli avvenimenti a Kiev: Matthew Livelsberger, l’attentatore del Tesla Cybertruck, oltre a essere un ex soldato delle forze speciali americane, è anche un accanito sostenitore di Kiev, come si evince da alcuni recenti post sui suoi profili social, esattamente come Ryan Wesley Routh, che tentò di assassinare Trump a metà settembre e che aveva cercato di diventare un reclutatore regolare per l’esercito ucraino nel contesto dell’operazione speciale russa. E se guardiamo alla visita di Zelensky in Pennsylvania per un aperto endorsement di Kamala Harris già in campagna elettorale, nonché le forniture di armi ai miliziani africani e siriani, si può dedurre che l’ex repubblica sovietica voglia o sia mandata esplicitamente avanti per “fare il lavoro sporco” che gli americani non possono o non ritengono più conveniente svolgere in prima persona. Frattanto, mancano esattamente due settimane all’inaugurazione di Trump e nelle varie crisi di governo, dalla Germania al Canada (le dimissioni di Trudeau da segretario di Liberal sono imminenti, quelle della direttrice della nostra DIS già avvenute, nel mezzo delle trattative per liberare Cecilia Sala) potrebbe saltare anche il banco dell’ex comico. Pressione anche “da est” su di lui: sono da pochissimo giunte le conferme ufficiali, da Mosca, della liberazione della città strategica di Kurakhovo e dell’insediamento di Dacenskoye, entrambi nella RP di Donetsk. Il Dnepr è sempre più vicino. (JC)
Caos Caucaso: l’Azerbaigian mira all’Armenia e sanziona la Serbia. Il Tazebao del giorno
Il Tazebao – Non è solo per i recenti eventi in Georgia, dove alla fine pare essere stato sventato il