Il Tazebao – Un inizio sicuramente ricco di caos e contraddizioni, quello del 2025: sono passati appena due giorni dal Capodanno e dopo tre attentati terroristici negli Stati Uniti in un solo giorno (emerge un inquietante fil rouge, la cui Arianna si trova a Kiev: ne parleremo), ecco che arriva, rilanciata nel panico più totale dai media del Vecchio Continente, la notizia del crollo verticale dell’euro, ai minimi dal novembre 2022. 1.0314 dollari il tasso di cambio al momento attuale, accusando il colpo delle pressioni fiscali da Bruxelles e le divergenze di politica monetaria con Washington, ma anche, e verosimilmente soprattutto, dello stop al transito di gas russo. Con l’impennata, da noi ampiamente prevista, dei prezzi a 50€/MWh, comprensibile è l’allarme lanciato dal presidente di Nomisma Energia, incentrato su Milano ma valido per tutta Italia: biogas e biometano – ammesso si producano – non bastano (ohibò!) e di diversificazione si è più parlato che praticato. La produzione cala, gli aumenti delle bollette arrivano anche a 250-300€ a famiglia e noi, privi di produzione nazionale, arriviamo impreparati. Un ritornello già sentito, ma non più peculiarmente nostro: la Moldavia, nell’occhio del ciclone delle polemiche con Gazprom che le ha tagliato le forniture, vuole rivolgersi all’Ucraina. Basterà? Intanto le centrali moldave in Pridnestrovia sono già passate dal gas al carbone, sempre che la “regione ribelle” voglia continuare in eterno a portare la croce delle politiche del governo illegittimo di Chisinau, dopo che neanche l’elettricità, dall’altro ieri, verrà più fornita a quest’ultima. (JC)
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