Segnali di risveglio: la città viva contro la città vetrina

GERMOGLI PH: 15 NOVEMBRE 2020 FIRENZE ZONA ROSSA CENTRO STORICO PRIMO GIORNO DI CHIUSURA LOCKDOWN EMERGENZA CORONAVIRUS COVID 19
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In previsione di un’estate di trolley e madidi ciabattoni in piazza Duomo, Il Tazebao ha attivato, per tempo, una piattaforma di critica radicale al turismo di massa. Quel fenomeno che, nel post-Covid, si disse di voler “arginare”…

Firenze, 4 giugno 2023 – Dopo anni di ripiegamento, è opportuno notare che qualcosa si sia finalmente smosso nel bolso dibattito fiorentino, altrimenti gonfio di cose già dette e voci troppo sentite.

Noi, ancora una volta, confrontandoci con il livello locale con lo stesso rigoresine ira et studio – che dedichiamo agli esteri, abbiamo alimentato un dibattito alto nei contenuti ma inclusivo nelle forme.

La città senza cittadini. Abbiamo chiarito che Airbnb, in quanto parte integrante del capitalismo delle piattaforme, è una leva politica per istillare un nuovo modello di vita nomade, senza stanzialità, senza abitare; dunque, un modello che mette in discussione la vita per come la conosciamo e la città come cuore della cittadinanza.

La città di pochissimi. Abbiamo compreso, dati alla mano, come, al netto dei proclami e delle belle parole, Airbnb sia stato la leva per cristallizzare un modello di rendita immobiliare, attraverso un effettivo monopolio.

La città senza governo. Abbiamo rilevato il definitivo trapasso dell’urbanistica, dunque l’assenza di una capacità di progettare, o ripensare come nel caso del Campo di Marte, lo spazio per i suoi cittadini. Questo chaos urbanistico, tutt’altro che casuale, è anch’esso parte del già citato modello “nomade”, ma su questo torneremo.

La città viva

Prendiamo atto che è nata una discussione finalmente plurale e critica intorno al modello della monocultura turistica e che perfino il sindaco di Firenze, che avrebbe dovuto e per tempo fermare questa deriva (per lo meno nel suo secondo mandato) ha iniziato, seppur alla rinfusa, a pensare a delle “soluzioni”. Del resto, questi fenomeni, i fenomeni attivati dal capitalismo digitale, divorano i propri stessi figli, anche chi di questi pensava di essere più furbo.

Notiamo con piacere che i giornali riprendono le nostre idee e le idee dei tanti cittadini critici. Notiamo una ritrovata effervescenza nel tessuto cittadino e in quei comitati, quelli veramente civici e non furbescamente fiancheggiatori di quello o quell’altro, da sempre serbatoio di critica, di competenze, di progettualità.

Tutto questo nasce da una presa di coscienza, sempre più generale, dell’insostenibilità del modello del turismo di massa, che divora la città dove si installa e con essa i suoi cittadini.

In questo momento, dobbiamo attaccare da quanti più punti possibile il modello del turismo di massa. Lo dobbiamo fare in modo continuativo e avvolgente. In modo sistematico, seppur da prospettive diverse. Ne va della nostra sopravvivenza.

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