Il Tazebao – È di ieri la notizia secondo cui la Cina ha mediato un accordo tra le varie formazioni “di lotta e di governo” dell’attuale Autorità Nazionale Palestinese, nell’ottica della formazione di un governo di coalizione. I dirigenti di Hamas, Fatah e OLP, la prima egemone nella Striscia di Gaza e le seconde due in Cisgiordania (ove ha sede il governo legale di Abbas, nonostante comunque Hamas abbia vinto le ultime elezioni unificate nel 2006 in tutta la Palestina), si sono stretti la mano trovando un comune accordo e una mediazione: la dichiarazione congiunta prevede, oltre a un lavoro di superamento delle divisioni, una road map per la formazione di un governo di unità nazionale e l’organizzazione di elezioni in tutto il territorio palestinese. Impossibile non notare come ciò rafforzi anche e soprattutto il ruolo della Cina come potenza mediatrice in Medio Oriente, dopo la sua opera che riappacificò Iran e Arabia Saudita e favorì il reintegro della Siria nella Lega Araba; un beneficio, inoltre, per la sua strategia di soft power, che presenterà sempre più nitidamente Pechino agli occhi dei popoli del mondo come un’alternativa e una speranza di pace in un’ottica multipolare e multilaterale. Israele, tuttavia, ha rifiutato ogni proposta di concessione di autodeterminazione ai territori dell’ANP. (JC)
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