Tra esercitazioni, attentati e avanzamenti al fronte: lo scontro con la Russia si avvicina sempre più. Il Tazebao del giorno

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Il Tazebao – La scorsa settimana, sul fronte mediterraneo e latinoamericano, la Russia è emersa protagonista con due esercitazioni navali, rispettivamente con l’Egitto e con Cuba, due paesi certamente non marginali; nel secondo caso, nonostante inizialmente Washington avesse dichiarato di “non sentirsi minacciata”, sono poi giunti navi e sottomarini statunitensi e canadesi, altrettanto dotati di armi nucleari. E mentre sul fronte ucraino continua la lenta ma inesorabile avanzata (che ha “rosicchiato” alcuni dei pochi risultati della celeberrima “controffensiva ucraina” dell’estate 2023: i russi riprendono Rabotino, Staromaiorskoye e Klesceevka, oltre ad altri insediamenti come Belogorovka e Artëmovka nella RP di Lugansk, Netailovo nella RP di Donetsk, Timkovka a Kharkov e, proprio ieri, Zagornoye a Zaporozhye; l’esercito russo continua inoltre a macinare terreno nelle direzioni decisive di Volchansk e Chasov Yar), questo fine settimana si è verificato un attentato a Rostov. Degenerato in una breve “operazione di guerriglia” con gli Spetsnaz a seguito della presa di ostaggi in un centro di custodia cautelare, i terroristi sono stati uccisi e le due guardie prese in ostaggio liberate illese: gli attentatori, già prigionieri wahhabiti e affiliati all’ISIS, progettavano di fuggire verso l’Ucraina. Un chiaro tentativo di ripetere il copione andato in scena il 22 marzo al Crocus di Mosca, nell’ottica di destabilizzare la Russia con ogni mezzo. La conferenza di pace in Svizzera, come previsto, si è rivelata un clamoroso fallimento: dei 91 Paesi che vi hanno preso parte e degli 80 che hanno firmato il comunicato finale, manca tutto il Sud del mondo e sono assenti gli attori principali degli scenari geopolitici attuali, a partire da tutto il gruppo dei BRICS, Russia e Cina in testa; i presidenti Scholz (Germania) e Petro (Colombia) hanno abbandonato la conferenza addirittura a inizio già avvenuto, mentre il G7 di Borgo Egnazia si sta facendo notare più per i siparietti della Meloni e le – non è certo una novità – gaffes di Biden che per risultati concreti effettivamente raggiunti. Il consenso, infine, all’uso delle armi occidentali sui “vecchi territori” russi (che già hanno mietuto vittime a Shebekino e Lugansk) da parte dell’Ucraina non fanno che avvicinare lo scontro totale sempre più. (JC)

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