Il Tazebao – Recita la canzone sovietica: «Notte buia, solo i proiettili fischiano attraverso la steppa». La notte del 13 aprile 2024, come il 7 ottobre 2023 e come prima il 24 febbraio 2022, ha segnato una nuova acme nello scontro per l’egemonia mondiale. È un punto di non ritorno. Tutti gli attori della regione sono costretti a reagire: la Siria permetterà il passaggio dei droni iraniani, mentre la Giordania si è ricompattata con il blocco occidentale, i droni sono partiti anche da Iraq e Yemen. Quello iraniano è un attacco di proporzioni inimmaginabili, come ammettono gli stessi israeliani: non qualche decina ma diverse centinaia di droni sono stati lanciati, seguono i missili. Con Iran, Cina, Russia si dovranno fare i conti, oggi e nel prosieguo. L’Italia arriva in condizioni di massima fragilità. Persa la sicurezza degli approvvigionamenti, non può fare nemmeno più affidamento su quelle fonti, come l’idroelettrico, che hanno permesso di sfiorare l’autonomia; di green e comunità energetiche non parliamo in questo dissing domenicale. Brandizzo, via Mariti, Suviana: le morti sul lavoro sono un volto del capitalismo nella fase politica, biopolitica, come aveva intuito il solito Ken Loach. Tutto è subappaltato, afuera! Si lascia il corpo di uomo mortale bruciato, maciullato, schiacciato, irriconoscibile, e basta. L’usura subodora il guadagno subitaneo, non fa programmazione, tutto e subito, niente corteggiamento. Non stupisca che i giovani – lieto di aver fatto scelte ostinate e contrarie – non si comprano casa prima dei trent’anni: «Con usura nessuno ha una solida casa di pietra squadrata e liscia per istoriarne la facciata». Nel mentre i bei sogni “imprenditoriali” come Eataly si scontrano con la realtà e non si accede ai conti correnti. Sono prove tecniche. Le ridicole app non funzionano quasi mai, ma allontanano dal patrimonio. L’obiettivo non era rendere smart la vita. E le banche centrali comprano oro e torna il latifondo agricolo. Sempre il 13 aprile, prima che tutto questo accadesse, siamo stati a Foligno per cercare di capire come Cuba, Bolivia e Venezuela stiano ingaggiando una lotta, sempre più provvidenziale, per difendere la propria autonomia, partendo dal controllo delle risorse naturali.
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