Il Tazebao – Il pacifismo, in questa fase, è quanto di peggio. Il vuoto nelle piazze dissenzienti ne è testimone fedele. L’inconsistenza e i contenuti discordanti di quelle piazzette variopinte e incartapecorite confermano che ci sono idee valide per una fase di fine del ciclo storico, in preparazione alla guerra egemonica, come questa. E altre no. Il riarmo è l’unica strada per tutelare l’interesse nazionale di fronte a un nemico forte e insidioso. Il quotidiano Repubblica è coerente con la sua storia anti-italiana: agli esordi di Scalfari era contro l’Italia socialista e le partecipazioni pubbliche in economia, oggi è contro il riarmo. Correttamente, con largo anticipo rispetto a larga parte degli analisti italiani, Il Tazebao, coerente con il suo quasi quinquennio di analisi sine ira et studio, ha colto nel vertice di Londra l’inizio di una nuova fase, con il contestuale abbandono di Washington e il “sorprendente” ritorno di Londra. Semmai, oltre al riarmo, serve una solidità di analisi che possa orientare la strategia bellica. Per non ripetere gli errori dell’ultima guerra mondiale: la condotta ambigua di Mussolini e la sua “guerra parallela”, la mancata fortificazione delle coste, il mancato sostegno alle prime iniziative di Graziani, il disastro nel Corno d’Africa con la perdita delle colonie e l’impossibilità del “salto” verso l’Indo-Pacifico. Sono gli errori che determinano la posizione di subalternità di oggi alla quale nessun “sovranista” può porre rimedio. Si possono e si devono evitare disastri analoghi. Coltivando al tempo stesso iniziative multipolari, per allargare lo spazio italiano e i mercati di riferimento. Capitolo Romania. Questo Călin Georgescu rappresentava, in qualche modo e con molti coni d’ombra, un’opzione per rimettere in discussione un assetto. Nazione relativamente ancora giovane, la Romania è stata un po’ francese e un po’ tedesca nell’Ottocento, molto sovietica nel secondo Dopoguerra, con sprazzi di autonomia, poi dall’89 è stata largamente americana. Certo, tra l’essere un bastione bellico della Nato (con annesse speculazioni), un paese glassato nel comunismo e l’essere il punto di sbocco della Mitteleuropa sul Mar Nero, grazie alla sapiente modernizzazione guidata dall’alto degli Hohenzollern-Sigmaringen, ci sono delle gradazioni. Eccome se ci sono. Tuttavia, il popolo, più passivo del solito, fiaccato anche nell’animo, ha scelto fino ad oggi non mettere in discussione l’esistente.

Willi dixit: “Messo a posto il Papa tedesco i normanni guardano alla Sicilia…”
Il Tazebao – Inviato nel 1890 a insegnare le lettere ai figli dei mercanti siculi cui i Principi normanni padroni