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Guerra e voto

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Dai risultati del voto europeo al ballottaggio nella città-merce

Il Tazebao – Il 2024 è, non a caso, fitto di appuntamenti elettorali. L’unica lettura possibile è quella che impone lo sganciamento dalla cronaca politica quotidiana per afferrare – la conoscenza procede per intuizioni – lo spirito di fondo, i grandi movimenti della Storia, le correnti carsiche. Scegliamo sempre di parlare di scontro Terra/Mare proprio perché ciò rimanda all’esegesi biblica, a un qualcosa di tanto profondo perché vero in ogni epoca, financo a uno scontro insito in ogni uomo.

Prima al voto è stata, naturalmente, la Russia dove la leadership autoritaria di Putin è uscita ancor più solida, saldamente in controllo del suo Heartland; a luglio le elezioni inglesi, un passaggio decisivo che, le previsioni lasciano pochi dubbi, porterà i Laburisti di nuovo al comando, così da spostare il focus strategico dall’Europa all’Asia; di contro, gli Stati Uniti si preparano al ritorno in gran stile di Donald Trump che promette una pausa con la Russia per tornare a occuparsi di Cina e Iran; dopo il tracollo di Macron, tornerà al voto anche la Francia che si prepara a essere la nazione-guida delle operazioni belliche nel quadrante mediterraneo.

Lo spostamento a destra dei paesi europei è consequenziale con quanto sopra. L’ondata di nazionalismo servirà a rinsaldare il fronte atlantico, in funzione antirussa. La sempre meno improbabile venuta di Le Pen, inoltre, proietterà l’ombra francese – non è casuale il passaggio del Tour de France – su tutta la penisola italiana, la piattaforma logistica per il Mediterraneo, soprattutto in funzione di contenimento all’esuberanza di Ankara che, già un anno fa, ha confermato la fiducia nel progetto di un “Secolo della Turchia” basato su industria, infrastrutture, autosufficienza energetica e collante religioso.

Tra i nomi di spicco eletti tra gli italiani ci sono il Generale Vannacci, che inaugura una nuova fase nel fertile filone dell’antipolitica, l’antipolitica in divisa, e Ilaria Salis, perfetta rappresentante di quei valori del cosiddetto “partito radicale di massa”. In effetti, venendo all’Italia, non è solo la Meloni, perché saldamente atlantica, ad aver vinto (in contemporanea è partita operazione di ripulitura dei partitini di centro così da polarizzare il panorama politico), ma è Elly Schlein che conferma la penetrazione delle idee radicali nella società italiana.

Rispetto ai valori del lavoro, del lento accumulo e del risparmio, della cautela, del risparmio, valori sui quali si è retto il modello italiano permettendo l’emersione di nuovi ceti sociali, sono penetrate le idee del non lavoro, del dover essere mantenuti, del poter vivere a spese altrui, del non fare figli, famiglia, casa, del vivere nomade, senza la pesantezza dei legami. Una visione dell’uomo come male, da correggere e purificare. Del resto, le classi sociali che si basavano sul risparmio e la casa sono falcidiate dall’inflazione, mentre la Chiesa e le organizzazioni di massa semplicemente si liquidano. Un nuovo tipo antropologico sta sorgendo. C’è da aspettarsi una sempre più forte lacerazione della società.

Il caso fiorentino, dove comunque un PD in grande spolvero è costretto al ballottaggio, è emblematico proprio in questo quadro in quanto rappresenta una punta avanzata nella ristrutturazione di una città occidentale secondo le regole del green e del gender. Come più volte scritto su Il Tazebao e non solo, il noto sta tutto nella questione della casa, l’attacco al modello del vivere e dell’abitare, l’attacco alla stanzialità in favore della vita-Nomadland. I fenomeni si manifestano prima, naturalmente, a Firenze.

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