L’Italia all’indomani dello scrutinio elettorale. Il Tazebao del giorno

Il Tazebao – Giunti ormai i risultati definitivi delle elezioni sia europee sia comunali, si può tentare di abbozzare una prima riflessione sull’esito del voto: le europee, dicevamo ieri e confermiamo oggi, sono andate come previsto, Fratelli d’Italia primo partito (il più votato dal 1979 ma in un’elezione con la minore affluenza di sempre, e confluirà comunque in un gruppo di minoranza nell’Europarlamento), il PD secondo con molto meno stacco di quanto immaginato. Non entra Renzi e nemmeno Calenda, nonostante il relativo successo alle parlamentari del 2022. Alle comunali, che hanno interessato 29 comuni, la coalizione a guida PD ha vinto a Cagliari, Pavia e Sassari, confermando Bergamo, Cesena, Livorno, Modena, Pesaro, Prato e Reggio Emilia, mentre il centrodestra ha strappato Campobasso al M5S e ha mantenuto Ascoli Piceno, Biella, Ferrara, Forlì e Pescara. Perugia, Potenza, Urbino, Vercelli, Bari, Cremona, Firenze, Caltanissetta, Vibo Valentia e Lecce, Verbania e Avellino andranno al ballottaggio. Curiosa la vittoria della lista civica a Pontida, che scalza la Lega dopo vent’anni nel simbolo della sua vita di partito; le regionali in Piemonte, invece, le ha vinte Cirio, primo governatore a essere riconfermato. Da questo prospetto appare come, sostanzialmente, poco cambierà per l’Italia in contesto sia interno che esterno: gli assetti vengono confermati o modificati in modo da non modificare gattopardescamente nulla; in Europa, Roma proseguirà con la linea manifestata dal governo Meloni, che nell’ultimo periodo ha tentato di ritagliarsi uno spazio di autonomia relativamente all’uso delle armi inviate all’Ucraina contro l’entroterra russo, manifestandovi contrarietà. Non è da escludere che, con lo “spostamento a destra” di altri Paesi, l’Italia possa guadagnare margini maggiori, anche se il grande interrogativo a tal riguardo sarà la riconferma o meno di Ursula Von der Leyen alla guida della Commissione Europea, comunque probabile. (JC)