Da Ürümqi a Teheran, passando per Samarcanda: Cina e Iran si avvicinano. Da 40 a 15 giorni: crollano i tempi di trasporto merci (una manna per il petrolio iraniano). E ne beneficia anche l’Europa…Il Tazebao del giorno

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Il TazebaoLa Cina continua a prender piede in Medio Oriente: dopo la sapiente opera di mediazione tra Arabia Saudita e Iran e tra le varie fazioni della resistenza palestinese, oltre che, più recentemente, con la consegna di tonnellate di aiuti umanitari a Gaza tramite jet da combattimento, ecco che in questi giorni è stato inaugurato un nuovo corridoio ferroviario che si estende da Ürümqi a Teheran passando per Uzbekistan (non solo Tashkent, ma anche l’immancabile Samarcanda, storicamente centro di passaggio del commercio internazionale in Asia fin dall’antichità), Kazakistan, Kirghizistan e Turkmenistan. Esso permetterà di ridurre a 15 giorni i tempi di spedizione delle merci, rispetto ai 40 via mare, ma soprattutto consentirà al petrolio iraniano di evadere le sanzioni, ma anche i tentativi restrittivi ai danni di Pechino, aggirando lo Stretto di Malacca e le altre acque controllate dalla Marina degli Stati Uniti, accelerando in tal modo le consegne non solo alla Cina stessa, ma anche ai mercati europei. Parte del progetto della Nuova Via della Seta, esso è anche un’importante componente del corridoio ferroviario Cina-Iran-Europa, inaugurato nel luglio dell’anno scorso. Con ciò la Repubblica Popolare si guadagna anche un grimaldello verso Arabia Saudita ed Emirati Arabi, i cui fondi possono costituire sorgenti d’investimento affidabili e politicamente stabili per le sue aziende, indebolendo così indirettamente la presa americana sulla regione. Non sarà certamente un caso che il primo viaggio di Trump abbia visto come destinazione non la tradizionale Londra, ma, ancora una volta, l’Arabia Saudita. (JC)

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