Il Tazebao – Russia e Cina “ovviamente” nel mirino, ma occhio anche a Iran e Corea del Nord: è la sintesi degli obiettivi esplicitati nel programma britannico di riarmo e preparazione alla guerra, raccolti sotto il titolo «Strategic Defence Review 2025. Making Britain Safer: secure at home, strong abroad» (“Rendendo la [Gran] Bretagna più sicura: protetta in casa, forte all’estero”). Già dalle primissime pagine è infatti esplicitamente illustrato a cosa mira detto programma: nell’introduzione del Primo Ministro Starmer si legge che «in questa nuova era per la difesa e la sicurezza, allorquando la Russia sta conducendo una guerra sul nostro continente e mettendo alla prova le nostre difese interne, noi dobbiamo affrontare di petto il pericolo» (p. 2). Ancor più in là si sono spinti i tre revisori (Lord Robertson of Port Ellen, il Generale Sir Richard Barrons e la dott.ssa Fiona Hill), nella cui sintesi «la Russia, Stato dotato di armi nucleari, ha invaso e brutalmente occupato parte di uno Stato sovrano vicino. Nel far ciò, essa è stata sostenuta dalla Cina, rifornita di equipaggiamenti dall’Iran e di truppe dalla Corea del Nord, schierate in Europa per la prima volta in assoluto» (p. 9): Mosca è infatti citata 33 volte nel documento, Pechino 15, Teheran 7 e Pyongyang, sia come “Corea del Nord” che col suo acronimo ufficiale “RPDC”, 5 in tutto. Si parla dunque, da parte di Londra, di intelligenza artificiale, robot, laser, sottomarini corazzati e a propulsione nucleare, sciami di droni terrestri, armi a lungo raggio, aumento degli effettivi fissi a 76.000 truppe e delle riserve al 20%, F-35, Typhoon di ultimo modello e caccia autonomi, con un miliardo di sterline in fondi per l’aeronautica e ben 15 per il programma di testate per armamenti, oltre ad altri 6 per le munizioni. Molta enfasi è posta sulla creazione di posti di lavoro, il che testimonia di una riconversione pressoché totale di ciò che resta dell’economia britannica per lo sforzo bellico, il tutto con al centro la NATO, sotto la cui egida è collocato anche il suo deterrente nucleare, di cui si valuta il ritorno alla componente aerea. Tuttavia, il documento stesso ammette che il morale dell’esercito è basso, mancano armi e personale e non viene specificato neppure dove verranno trovati i fondi necessari per far fronte alla «minaccia immediata e pressante» della Russia e alla «sfida sofisticata e persistente» della Cina. Resta comunque il peso di un simile documento, che si colloca in piena continuità con quelli già elaborati da UE, Germania, Danimarca e altri Paesi e testimonia che stiamo marciando a passo sempre più spedito verso la terza guerra mondiale. (JC)