Corea del Sud: Lee Jae Myung stravince le elezioni, i dem controllano anche il Parlamento. Si aprono spiragli di pace per la penisola coreana? Il Tazebao del giorno

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Il Tazebao – Al termine dello scrutinio delle elezioni presidenziali anticipate dopo la caduta di Yoon Suk Yeol, i sondaggi sudcoreani trovano conferma: Lee Jae Myung, candidato del Partito Democratico, si aggiudica il 49.42% contro il 41.15% del suo sfidante conservatore, Kim Moon Soo. Una vittoria netta che permette quindi ai dem della Repubblica di Corea di controllare anche l’Assemblea Nazionale, ovverosia il parlamento: un dettaglio interessante, dal momento che il programma di Lee è agli antipodi, quasi “rivoluzionario” vista la situazione regionale e internazionale, rispetto a quello del partito uscente: egli ha infatti detto di voler ricucire i rapporti con Corea del Nord, Russia e Cina, di non voler dipendere eccessivamente dagli Stati Uniti e si è persino dichiarato estremamente critico verso il sostegno all’Ucraina, come già si era dichiarato contrario al dispiegamento del THAAD. Una neutralizzazione anticipata, parrebbe, delle minacce di Trump di ridurre il contingente militare americano in Corea del Sud qualora Seoul non aumentasse il suo “impegno” nell’alleanza investendovi il 5% del PIL dal 2,6% che vi destina attualmente. Oltre a ciò, non va dimenticato che i dazi al 25% sulle auto sudcoreane rimangono in vigore, il che ha fornito altri argomenti di critica a Washington da parte del neoeletto presidente Lee e complicherà ulteriormente la strategia americana di pressione sulla Cina. Sebbene molti siano gli interrogativi soprattutto sui rapporti inter-coreani, alla luce delle modifiche costituzionali sull’«annessione» della RPDC che hanno causato l’abbandono, da parte di quest’ultima, della precedente politica per la riunificazione pacifica, si tratta comunque di un potenziale grattacapo in più per il tycoon newyorkese, che vede tra l’altro lacerarsi il rapporto con Elon Musk. Questi, ridotto il suo impegno nel DOGE, ha infatti definito «una porcata» l’ultima finanziaria del Congresso, che comporterà un aumento delle tasse e un innalzamento della soglia del debito pubblico a 4 trilioni di dollari, contraddicendo così, a suo parere, l’impegno della sua agenzia proprio per ridurre costi, sprechi e quindi tasse. Intanto, a nord del 38° parallelo e specificamente a Pyongyang è atterrato Sergej Shoigu, presidente del Consiglio di Sicurezza russo: si attende un incontro con Kim Jong Un e un colloquio, tra le altre cose, sul trattato di partenariato strategico globale tra RPDC e Russia. (JC)

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