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Meeting di Rimini 2021: al centro cooperazione e sviluppo sostenibile

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L’edizione 2021 del Meeting di Rimini dimostra di aver pienamente recepito le sfide del momento: sostenibilità dei sistemi alimentari, tutela dei beni ambientali, dialogo, cooperazione tra i popoli, scuola e lavoro. Affrontate in una prospettiva tipicamente popolare e sociale.

È stata anche un’edizione ricca di confronto: per tutti le parole di Carlo Bonomi Presidente di Confindustria che ha pungolato il governo sul fronte lavoro e riforme o di Luigi Sbarra Segretario Generale di CISL che ha sdoganato l’obbligo di green pass negli ambienti di lavoro.

Coraggiosa la mostra “Io, Pier Paolo Pasolini” organizzata da Casa Testori. Ben scrive Tempi, tornato prepotentemente in distribuzione: (…) Pasolini ha espresso col massimo grado di struggimento e di intelligenza la ferita collettiva della fine del mondo pre-consumista, rendendola sensibile e intellegibile a chi si accosta alla sua opera, perché se ne è fatto carico attraverso la ferita personale dell’amore angoscioso per sua madre Susanna”.

Memorabile anche la mostra sul Piccolo Mondo di Don Camillo e Peppone e memorabile il passaggio nel quale Guareschi ricorda quando, negli anni al Corriere Emiliano, l’odierna Gazzetta di Parma, che ha supportato l’iniziativa, un suo “illustre collega” gli ricordava che “la cronaca si fa con i piedi” cioè camminando, seguendo, incontrando.

Ampio spazio alla cooperazione internazionale con la partecipazione di ASviS, CIHEAM di Bari, Coldiretti, FAO, UN Humanitarian Response Depot. Al padiglione della cooperazione è stato possibile visionare i progetti del CIHEAM di Bari (abbiamo seguito alcune iniziative come quella sulla dieta mediterranea) per la pesca sostenibile, l’imprenditorialità femminile, lo sviluppo rurale.

“La cooperazione tra i popoli salva le vite: io lo testimonio”

Nella giornata di domenica è intervenuta Roula Khadra, Ingegnere Idraulico e prima donna eletta nel Consiglio Arabo dell’acqua, che abbiamo conosciuto in Libano.

Roula ha raccontato la sua infanzia in Libano: “Sono nata in un paese dove non c’è mai un’ultima guerra, ogni guerra è la penultima. Da bambini per andare a scuola dovevamo attraversare un campo minato: nostra madre camminava prima di noi e noi mettevamo i piedi dove prima era passata lei”.

Dal Libano all’Italia grazie alla cooperazione: “A partire dal ’97 sono in Italia grazie alla cooperazione italiana che mi ha permesso di proseguire nel percorso formativo e di avere una prospettiva che mai avrei avuto”. Roula ha ripercorso attraverso le foto i vari progetti svolti, a cominciare da alcuni proprio in Libano nella Valle della Beqaa oppure uno concretizzato nel Mar Morto, e ha riferito anche delle non poche difficoltà incontrate come donna: “Ho dovuto dimostrare sempre di saper fare meglio di tutti. La cooperazione tra i popoli mi ha cambiato la vita, adesso mi impegno per gli altri”.

L’intervento di Roula è stato ripreso nel nostro Quaderno dedicato al Libano:  I Quaderni de Il Tazebao – estate 2021 – Il Tazebao


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