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Le fiamme alla Diehl e quelle di guerra: né le une né le altre accennano a placarsi. Il Tazebao

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Il Tazebao – Nella giornata di venerdì è divampato un violento incendio alla fabbrica metallurgica della Diehl, impresa legata alla difesa nazionale tedesca, a Berlino. Essa produce, tra le altre cose, i sistemi di difesa antiaerea Iris-T che il governo di Scholz invia sui campi di battaglia ucraini (dove la situazione peggiora di giorno in giorno: solo negli ultimi giorni l’esercito russo ha catturato gli insediamenti di Oceretino, Novobakhmutovka, Arkhangelskoe, Berdyci, Kotlyarovka e Kislovka, tra la RP di Donetsk e la regione di Kharkov, più Solovyevo, Novokalinovo e Keramik nella RPD, ancora non annunciati ufficialmente). Ancora oggi non si riesce a domare l’incendio, che continua a sprigionare fumi tossici. Un emblema di una situazione internazionale altrettanto in fiamme e che non si riesce ugualmente a domare: il gabinetto di guerra israeliano ha votato all’unanimità per condurre l’ormai famigerata operazione di terra a Rafah, di cui si riporta già l’inizio dei preparativi concreti. La Russia, che ha già posto sulla lista dei ricercati diverse figure della politica e dell’esercito ucraini (tra cui Zelensky e il suo predecessore Poroshenko), ha iniziato lo svolgimento di esercitazioni all’uso di armi nucleari non strategiche, similmente a quanto già fatto dalla Corea del Nord. La pallina sul piano inclinato procede sempre più spedita. (JC)

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