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La delusione di Dusan Vlahovic. Il tackle di Fabio Fallai

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Il nuovo tackle di Fabio Fallai, Presidente del Viola Club Franco Nannotti, sul caso Dusan Vlahovic

In un momento in cui l’Italia pallonara si rammarica per i fischi a Gigio Donnarumma, elargiti a San Siro in abbondanza dai suoi ex tifosi milanisti, appare molto probabile che la vicenda si ripeta al Franchi domenica 24 Ottobre quando Dusan Vlahovic scenderà in campo contro il Cagliari con la sua “vecchia” maglia viola.

La vicenda dei due giocatori, analoga per molti aspetti, apre una luce nuova sul rapporto tra il giocatore e il tifo che appare indispensabile interpretare.

Intanto premetto di concordare con la tesi di Bruno Bartolozzi che sottolinea come il rapporto di lavoro che lega il giocatore alla Fiorentina, tutelato giuridicamente come rapporto di lavoro dipendente, è molto più simile alla cessione di un ramo di azienda da parte della società viola, che si priva di un top player per volontà di un soggetto terzo non proprio trasparente.

Infatti il ragazzo, dicono alcuni, è prigioniero (lui come tutti i giocatori più importanti del calcio mondiale) del procuratore, figura ormai dominante nel calcio, che, in funzione esclusiva delle sue provvigioni, determina la cessione del giocatore imponendo tetti salariali impossibili da gestire per chi, come Commisso, intende mantenere i conti in ordine (altri – e parlo di Inter e Juve – non la vedono così).

È probabile che Darko Ristic (e probabilmente anche Mendes o Raiola) faccia firmare contratti capestro ai calciatori che si affidano a lui, impedendogli ogni forma di libertà di scelta. Se è così, le esternazioni di Vlahovic a Moena e fino a due settimane fa (“appena mi presentano il rinnovo, firmo immediatamente”“ho scelto di restare a Firenze” etc.) non dovevano essere rilasciate e il ragazzo (come ha fatto Chiesa nei mesi precedenti la sua cessione) doveva restarsene in silenzio.

C’è quindi una responsabilità diretta di Dusan, che non a caso non ha rescisso con il suo procuratore, avvallando quindi le sue richieste esose e la sfacciata esibizione della volontà di non rinnovare. Il danno economico per la Società è enorme e costringe la proprietà a cercare di vendere il giocatore serbo a Gennaio per limitare il danno dell’uscita a costo zero a giugno 2023.

E non parliamo della delusione cocente tra i tifosi che, accecati come sempre dalla passione, avevano eletto Dusan a simbolo della rinascita della squadra, fiduciosi di un lento ma graduale percorso di crescita fortemente voluto da Commisso e dai suoi investimenti milionari: che non ci sono più bandiere lo sanno tutti, ma al cuore del tifoso non si comanda.

E allora come comportarsi con Dusan domenica prossima?
La vera colpa della Società è quella di non avere acquistato un centravanti di riserva (bastava un raffreddore di Vlahovic per averne la necessità) in grado di assorbire l’assenza del serbo (Kokorin non è spendibile al momento, farebbe fatica a giocare titolare in prima divisione) e pertanto Italiano è costretto ad utilizzare Vlahovic comunque, indipendentemente dalla sua condizione psicologica (che, sinceramente, mi interessa il giusto) e dalle inevitabili ripercussioni nello spogliatoio (sono tutti professionisti, ma giocare per uno che tra 2 mesi se ne potrebbe andare via non è divertente).

Non possiamo pertanto tenere Vlahovic in tribuna (se lo meriterebbe) e dobbiamo fidarci della sua professionalità: esulterò pertanto ad ogni suo gol, ma al momento dell’ingresso in campo fischierò il suo nome e non gli perdonerò alcun errore.

Tu vuoi andare in un club più ricco e prestigioso, io ti giudico un mercenario ingrato e presuntuoso: Firenze ha pianto per la vendita di grandi campioni del passato (da Baggio a Rui Costa, a Batistuta) ma tu campione ancora non sei e il tuo cuore zingaro non merita la mia comprensione.

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