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Noi stiamo con Rocco

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Ci congediamo brevemente dagli studi e le riflessioni sul biopotere e sulla geopolitica per affrontare una vicenda di pallone, che sembra tanto piccola, minore, ma che invece rivela molto, del nostro Paese e della nostra città.

Fabio Fallai – Viola Club Franco Nannotti

“Io sto con Rocco perché nei suoi confronti è stato eretto un muro di indignazione e di pregiudizio per il suo linguaggio poco ortodosso, per le sue origini calabresi, per la sua ricchezza e per i valori di amicizia e di merito che applica nelle sue società. La difesa di Iachini e Prandelli, massacrati dai media per i loro comportamenti e per la fedeltà alla Società, ne sono un esempio.

Io sto con Rocco perché, non da ora, a certi fiorentini influenti piace fare il “finocchio con il c… degli altri” (lo dico adesso prima che la Legge Zan mi possa perseguire per omofobia). Criticare a posteriori presumendo di poter fare meglio ma sempre con i soldi di qualcun altro è uno sport molto in voga, che infatti ha desertificato l’economia della città.

Io sto con Rocco perché, nonostante scelte societarie discutibili ed errori di valutazione peraltro ammessi, la sua passione ed il suo amore per Firenze e la Fiorentina sono evidenti a tutti.

Io sto con Rocco perché tutte le anime belle che lo accusano di essere fascista, reazionario e antidemocratico non sanno leggere neanche il comunicato della Federazione e dell’Ordine dei giornalisti, dove il richiamo allo Stato e al Prefetto suonano davvero come intimidazione e aggressione.

Io sto con Rocco perché quando sei attaccato e aggredito da una casta di giornalisti (non tutti per carità) e dalla intellighenzia burocratica della city con falsità e pesanti illazioni (fino all’accusa di riciclaggio di denaro sporco) non puoi far finta di nulla e devi rispondere, colpo su colpo, per difendere la squadra, la Società e la città stessa.

Io sto con Rocco perché ho fiducia che il prossimo anno verrà allestita una squadra migliore, con un allenatore all’altezza e con un progetto di crescita per il prossimo triennio che riporterà la Fiorentina al posto che si merita. E se non sarà così lo criticherò, contesterò le sue scelte ma sempre con rispetto e riconoscenza per chi ha investito e investe in una città che non è in grado di produrre alcun sogno”.

Gianni Bonini – Ispiratore de Il Tazebao

“Io sto con Fabio Fallai. Perché ha il coraggio di dire la verità, che molti pensano ma, per un malinteso quieto vivere ormai agli sgoccioli, non dicono se non in privato. Perché ha strappato il velo di perbenismo che occulta, non è una novità, un sostanziale classismo verso la fatica ed il sudore dell’homo novus che non ha ereditato gli immobili da trasformare in B&B. Perché non mi fa paura la parola “cash”, stupendamente rivendicata da Rocco Benito ed invece mi preoccupa, ma guarda un po’ come siamo singolari, e non poco l’elegante british npl, “non performing loans”, i crediti a rischio delle banche. Perché ci vuole coraggio a criticare un grande imprenditore che avrebbe potuto contribuire a innovare urbanisticamente Firenze, dove i cantieri dei servizi sembrano non conoscere le tecnologie “no dig” utilizzate nella tanta invocata Europa da trent’anni. Perché la Fiorentina mi si è impressa nel cuore col babbo che mi portava allo stadio e quando sento Piove di Domenico Modugno mi travolge un sentimento agrodolce per quella primavera del 1959 quando in casa col Milan e con la Spal perdemmo ingiustamente uno scudetto strameritato. Grazie Fabio ed alé viola”.

Sul tema: Stadio Franchi: siamo al redde rationem
Lorenzo Somigli – Fondatore de Il Tazebao

“Io sto con Rocco. Sì, sto ancora con Rocco. Non sono bastate due stagioni deludenti a farmi cambiare idea. Capisco che la passione diventata irruenza possa aver offeso, forse non avrebbe dovuto sbottare così, capisco anche i colleghi che hanno reagito e che si vorranno tutelare. Hanno la mia solidarietà, soprattutto alcuni. Ma io sto ancora con Rocco. Come un anno fa e così oggi, Rocco Commisso ha chiamato a raccolta, dai rostri virtuali, il popolo viola – quello vero – e se lo è ripreso spazzando via mesi di vacuo chiacchiericcio. Certo, anche in modo brusco, forse scorretto e offensivo. È Rocco. Lo abbiamo amato – il vizio di salire sul carro ci è congenito – perché genuino, non possiamo rinnegare e voltargli le spalle adesso. Forse, per dirla tutta, sbagliammo allora a passargliele tutte. Il punto, però, è un altro e va oltre il magma di Rocco e le critiche, più o meno giuste o ingenerose, che gli stanno grandinando addosso. Il punto è che Rocco rappresenta tutto ciò che questa città non è. È un corpo estraneo – salvifico per me – ma percepito proprio in quanto nuovo e benefico, perché estraneo (non potrebbe essere altrimenti), come nocivo dai piccoli poteri e contropoteri, siano essi la compagnia della Scala Elicoidale o parte della stampa. La città limacciosa, ripiegata nella bolsa mediocrità, che ha eretto la rendita a modello economico, che ha perso tutte le partite strategiche per lo sviluppo, aeroporto e tav, la città dove si è ricchi se ricco era il trisavolo e che quindi ammorba e smorza ogni spirito d’intrapresa per la conservazione del vecchio decrepito e delle rendite di posizione, si è rivoltata contro di lui quando avrebbe dovuto fargli ponti o scale elicoidali d’oro. Io non sto con la rendita, io non sto con il piccolo è bello, io non sto con il panino unto, io non sto con la monocultura turistica. Io sto con Rocco”.


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