Il Tazebao – Qualche giorno fa è giunto l’annuncio delle dimissioni dell’attuale primo ministro giapponese Fumio Kishida dal ruolo di leader del Partito Liberale Democratico, senza che, tuttavia, sia stato nominato un successore in tale carica. Questa notizia ha aumentato il panico e il caos nell’economia giapponese, già provata dal -13% di Nikkei di inizio mese (pur quasi tutto recuperato già il giorno dopo, ma non abbastanza da tornare in verde). A tutto ciò si aggiungono le disastrose politiche economiche di “nuovo capitalismo” che portano il suo nome, che hanno portato, nei due anni di mandato da primo ministro, a un aumento astronomico delle tasse, del costo della vita, della disoccupazione e, parallelamente, del crimine: gli omicidi, in famiglia e non, sono una piaga sociale particolarmente dolorosa in Giappone. Il Partito Liberale Democratico si riunirà il prossimo mese per decidere chi prenderà il suo posto alla guida: i più quotati sono Taro Kono e Shigeru Ishiba, rappresentanti dell’ala “moderata” o “sociale”, entrambi già detentori di portfolio ministeriali, ma anche Shinjiro Koizumi (figlio dell’ex presidente Junichiro, che si mosse per la normalizzazione dei rapporti con la Corea del Nord incontrando Kim Jong Il nel 2002 e firmandovi la Dichiarazione congiunta RPDC-Giappone) o Takayuki Kobayashi, ex ministro della Sicurezza economica, continuano a far capolino nei resoconti mediatici. Chiunque verrà proclamato leader dell’LDP, comunque, si troverà ad affrontare una situazione tutt’altro che stabile, con gli Stati Uniti che stringono la morsa sul Paese tramite le loro basi militari e le alleanze come il QUAD e lo SQUAD, nell’ottica dello scontro sempre più prossimo con Cina, Russia e RPD di Corea. (JC)
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