300 aziende in meno in appena metà anno. La dismissione va di moda. Il Tazebao del giorno

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Il Tazebao – La moda, che storicamente è una delle assi portanti della Toscana (non Milano, come si pensa, dove però purtroppo sono migrate nel tempo le aziende nate e cresciute qui), non vede via d’uscita dal tunnel della crisi in cui è ormai completamente immersa. Secondo i dati di CNA Federmoda, da inizio anno sono chiuse 304 aziende, alla ben poco invidiabile media di 50 al mese, superando in metà anno la cifra di tutto il 2023. È nella pelletteria che tale “primato” ha la parte del leone, con 182 aziende chiuse di cui 112 solo a Firenze e provincia: in tutto, da 2.470 imprese l’anno scorso alle 2.358 attuali, in linea col dato generale del -4,88% nel comparto (da 3.749 imprese a 3.567). A ciò ha fatto eco il boom della cassa integrazione, secondo dati Ebret: dalle 63.000 ore totali del 2023 alle circa 135.500 della prima metà del 2024. Nel solo ambito pelli-cuoio-calzature si raddoppia addirittura da 200.000 a 400.000 negli stessi periodi, e anche nel settore vestiario-abbigliamento, dove pure, pare, le cose vadano meglio, si è passati dalle 33.000 dell’anno scorso alle 52.000 di quest’anno. Non che vada meglio all’altro asse portante dell’economia locale toscana, l’artigianato, dove, come già avevamo scritto, sono “scomparsi” ben 9.700 artigiani tra il 2012 e il 2023. E con la base economica così arrischiata e precaria, aumenta l’insicurezza sociale di pari passo con la mancanza di prospettive soprattutto per le nuove generazioni. (JC)

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