Il Tazebao – Non è mancanza di originalità nei titoli, ma la revoca del punto interrogativo rispetto al nostro precedente editoriale è data, purtroppo, dall’ufficialità dell’invasione israeliana del Libano, terza, appunto, dopo quelle del 1982 e del 2006. Con un unipolarismo sempre più in crisi e la crisi mediorientale estesasi ad altri quattro Paesi, e senza vittorie italiane ai Mondiali con cui poter distrarre ancora una volta l’opinione pubblica, questa guerra libanese del 2024 rischia di tracimare in qualcosa di più grosso e davvero incontrollabile. I militari americani di stanza in Medio Oriente sono stati infatti posti in stato di allerta elevata, mentre l’esercito israeliano ha già iniziato a bombardare Al-Wazani e Al-Khiam, utilizzando su Khfar Shuba e Khalta persino le bombe al fosforo. L’esercito libanese è praticamente fuggito insieme all’UNIFIL, ritirandosi di 5 km a nord dal confine. I carri armati israeliani, al momento, sono entrati a Rmeish. Netanyahu ha già chiarito il carattere “locale e temporaneo” dell’incursione nel sud del Libano, ma Hezbollah ha fatto già sapere di essere pronto alla guerra totale. Tutto dipenderà da come gli altri attori in gioco (in questo momento il primo ministro russo, Mikhail Mishustin, è a Teheran dove sta discutendo con Pezeshkian di tutti gli aspetti relativi all’elevamento della cooperazione russo-iraniana) reagiranno a ciò, oltre naturalmente agli sviluppi sul campo. (JC)
Bombe democratiche e altri pratici rimedi
Il Tazebao – Va bene porgere l’altra guancia, con annesse reminiscenze, visto il contesto, o quanto ne rimane di quei