Damasco dopo Kabul. E l’Occidente si gira dall’altra parte

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Un commento del Professore francese Salvatore Lombardo, già inviato di guerra in Afghanistan e Libano, profondo conoscitore dell’Italia e de La Grande Bleue, nonché membro del comitato d’onore del nostro Manifesto, sul crollo della Siria e le prospettive.

Il Tazebao – Con la caduta del regime e della terribile dinastia Assad, è giunto il momento di un nuovo califfato islamista con capitale la mitica città di Damasco. Come già tre anni fa con Kabul e l’avvento dell’emirato islamico dei talebani, il successo della rivoluzione siriana assesterà senza dubbio un colpo fatale alla credibilità degli occidentali nella loro lotta, o cosiddetta lotta, contro il terrorismo islamico.

Ciascuna capitale europea gareggia tra loro per accogliere la caduta della casa di Assad e l’arrivo al potere di colui che l'”intuitivo” presidente Hollande aveva, a suo tempo, salutato come un islamista “moderato”, l’onnipotente leader del movimento Al Nusra diventato HTS: Abou Mohammad al Djolani.

Stranamente, durante i lunghi e insopportabili anni dell’occupazione siriana del Libano da parte dell’esercito di padre Assad, nessuno in Occidente aveva prestato attenzione alle dichiarazioni del generale Aoun, presidente di un Libano schiacciato sotto lo stivale dello straniero, allora in esilio. Sorte analoga a quella degli annunci profetici del comandante Ahmad Shah Massoud che, instancabilmente, ha spiegato il senso della sua lotta contro i talebani e Daesh. Daesh, poi Al-Qaeda, poi Al Nusra, poi HTS.

Una patetica litania di assurda e astrusa cecità che ha generato milioni di vittime tra Oriente e Occidente. È vero che le rivoluzioni pseudo-arabe c’erano state. Tra Tunisi, Tripoli, Baghdad; proprio a Baghdad Mahdi Moqtada al-Sadr avrà nominato il suo primo luogotenente, un certo Abu Mohammad al-Djolani. Lo stesso al-Djolani, ora a capo del movimento HTS, al quale sostengono di appartenere diversi terroristi islamici in Europa, che è diventato il padrone assoluto della Siria.

Dovremmo rallegrarcene come i principali leader europei? Possiamo sostenere che siamo di fronte a un nuovo errore da parte dell’Occidente? Questo Occidente che ipocritamente fingeva di credere alle promesse dei nuovi talebani! Come se distogliere lo sguardo fosse politica! Un Occidente che lascia la resistenza afghana del giovane Ahmad Massoud, figlio dell’eroe, senza il minimo appoggio. Dall’alto del suo rifugio a Baabda, il generale Aoun deve pensare a questi audaci politici che vengono a Beirut per dare una lezione prima di abbandonare miseramente il paese delle meraviglie di Maurice Barrès.

Appollaiato sul suo carro armato di comando, al-Djolani può alzare le braccia e lisciarsi la barba. Nessuno farà nulla per Damasco. Non più di quanto fatto per Kabul, Beirut o Sanaa.

Salvatore Lombardo

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