Il Tazebao – Mentre tutti i riflettori e gli occhi dei media, mainstream e alternativi, sono puntati sulla Casa Bianca, sono state pressoché ignorate le dichiarazioni del Segretario Generale della NATO, Mark Rutte, “tradotte in italiano” dall’ammiraglio Giuseppe Cavo Dragone. La scorsa settimana il capo dell’Alleanza Atlantica ha indicato a tutti i suoi componenti di «adottare la mentalità del tempo di guerra» e incrementare le spese per la difesa in vista di pericoli che si paventano da qui ai prossimi cinque anni e che mettono «a rischio» la sicurezza futura del blocco. Ammettendo che gli investimenti e le esercitazioni, pur se in aumento, «non sono sufficienti» a tal fine, egli ha citato esplicitamente il tentativo di Russia, Cina, Corea del Nord e Iran di «indebolire le nostre democrazie ed erodere la nostra libertà». Sabato, in un’intervista al Corriere della Sera, l’ammiraglio Dragone ha fatto eco a queste osservazioni, evidenziando come «dovremmo spiegare quanto costa la pace, avere una deterrenza che imponga all’ipotetico avversario di non mettere in atto determinate misure perché sconveniente per lui», poiché «la nostra società non lo sa e non lo vuole sapere». Anch’egli, sostenendo in generale la linea di Trump, è per una “maggiore e migliore spesa” in ambito difensivo e ha ritenuto “un errore” la difesa della nostra sovranità industriale (quale, esattamente?), poiché, ha concluso, «le nostre industrie sono in ritardo» e «la minaccia c’è e l’abbiamo alle nostre porte di casa». Frattanto, Trump ha firmato ieri, tra i suoi primi ordini esecutivi, lo stop a qualsiasi aiuto militare all’estero se non pienamente conforme agli interessi statunitensi. Potrà forse voler dire che la guerra in Ucraina non finirà che per i soli Stati Uniti, mentre per l’Europa il peso si aggraverà ancor più? (JC)
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Andrea Falco Profili
