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Che cosa ci dice il viaggio di Xi Jinping in Europa. Il Tazebao del giorno

Courtyard in Wenshu Buddhist Monastery, Manjushri, Chengdu in Sichuan Province, China, black and white image
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Il Tazebao – Mentre scriviamo, oltre all’inaugurazione ufficiale del nuovo mandato di Putin da presidente della Federazione Russa, è in corso un altro avvenimento che ha catturato l’attenzione di molte testate mondiali: il viaggio del presidente della Repubblica Popolare Cinese, Xi Jinping, nel Vecchio Continente, la prima dopo cinque anni (quando giunse anche a Roma, incontrando il suo omologo Sergio Mattarella). Iniziato l’altro ieri, questo “tour” ha visto la sua prima tappa in Francia e proseguirà in Serbia e in Ungheria e, al ritorno di Xi in Cina, quest’ultimo riceverà proprio Putin (15-16 maggio). Al vertice con Macron, in corso in questi giorni, Xi ha ricordato il 25° anniversario del bombardamento americano sull’ambasciata cinese a Belgrado, sottolineando che «non permetteremo che la tragica storia si ripeta, non si deve dimenticare», mentre il capo dell’Eliseo ha sottolineato di «non essere in guerra con la Russia o col popolo russo» e di «non avere alcun desiderio di regime change a Mosca», contraddicendo la sua iniziale proposta di inviare truppe della NATO in Ucraina, da tutti respinta. Il fatto che Xi Jinping abbia scelto tre dei Paesi più “riottosi” all’interno del fronte europeo è un chiaro segnale della sua volontà di presentare i rapporti con la Cina come più vantaggiosi per l’Europa rispetto a quelli con gli Stati Uniti, onde indebolire e contribuire all’isolamento di questi ultimi con un’alternativa altrettanto concreta e incentrata sul concetto cinese di “comunità umana dal futuro condiviso”, presentato come multilaterale e paritario. (JC)

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