Il Tazebao – Nella serata di ieri il New York Times ha riportato la notizia secondo cui il presidente americano uscente Joe Biden avrebbe dato all’Ucraina il permesso di utilizzare i missili a lungo raggio ATACMS in territorio russo, schierandoli nell’area occupata della regione di Kursk. L’obiettivo perseguito sarebbe duplice: da un lato fermare la controffensiva russa (che ha ristretto moltissimo tale area e ha già portato alla liberazione della maggior parte degli insediamenti conquistati dal lancio dell’invasione il 6 agosto), dall’altro colpire le presunte “forze nordcoreane” che sarebbero ivi presenti, così da “scoraggiarne l’invio” da parte di Pyongyang. Le Figaro aveva informato che anche Regno Unito e Francia avrebbero consentito all’uso dei missili SCALP e Storm Shadow, in un articolo poi modificato con la rimozione del passaggio in questione. Bloomberg è, invece, stato più “possibilista” nel riportare la notizia del via libera di Biden, come a descrivere una situazione più incerta e priva di ufficialità definitiva. In questo contesto, è tornata alla mente la nota dichiarazione di Putin del 12 settembre: il problema, infatti, non sono gli ATACMS in sé (che non costituirebbero un grosso problema per le forze armate russe, esattamente come gli HIMARS, i Leopard, i Challenger, gli Abrams, gli Storm Shadow, esaltati di volta in volta come “armi decisive per la vittoria dell’Ucraina”), ma il fatto che con ciò la NATO diverrebbe a tutti gli effetti parte del conflitto, estendendo così il raggio d’azione della rappresaglia russa praticamente a tutta l’Europa. Proprio sul versante coreano, comunque, ieri Pyongyang ha dato notizia dell’ennesimo lancio di spazzatura e volantini di propaganda sul suo territorio da parte della Corea del Sud. Dopo l’ultimo test di droni d’attacco suicida da parte della RPDC, sembra si stiano creando e rafforzando premesse e opportunità per il loro uso. (JC)
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