Sempre più alte le tensioni tra Israele ed Hezbollah. Il Tazebao del giorno

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Il Tazebao – L’ultimo atto di due giorni fa in Libano, in cui un uomo di origine siriana ha aperto il fuoco contro l’ambasciata americana, si inserisce nelle già aspre tensioni tra Beirut e Tel Aviv, la cui guerra contro Hezbollah sta raggiungendo una nuova fase di inasprimento: mentre i secondi hanno iniziato a impiegare l’artiglieria pesante contro decine di obiettivi militari israeliani al confine (grossi incendi sono divampati a Kiryat Shmona, Kfar Giladi, Keren Naftali, Ramim Ridge e altri kibbutz nella Galilea settentrionale a seguito di attacchi con missili Burkan), rendendo necessaria l’evacuazione dei coloni e causando il ferimento di 16 persone, tra cui 7 militari, e l’avvelenamento da monossido di carbonio per alcuni pompieri intervenuti a spegnere gli incendi. In risposta, Israele ha bombardato le aree libanesi al confine utilizzando anche il fosforo bianco, mentre le frange più estremiste del gabinetto Netanyahu chiedono la guerra aperta contro il Libano: il ministro delle Finanze, Bezalel Smotrich, ha invitato il presidente a «far tornare il Libano all’Età della Pietra», e il capo di stato maggiore delle Forze di Difesa Israeliane, tenente generale Herzi Halevi, ha lasciato intendere che un intervento militare si profila e l’esercito israeliano si starebbe preparando in tal senso. Numerosi sono stati gli annullamenti di eventi culturali e festivi a Beirut proprio per questo timore, come riporta il giornale Al-Akhbar, e ciò suggerisce che si possa trattare di un’ipotesi molto più realistica di quanto sembri, anche se i media dell’Asse della Resistenza non hanno finora dato troppo peso a queste dichiarazioni. Frattanto, il limite massimo di chiamata alle armi in Israele è stato alzato a 350.000 riservisti e 50.000 sono già stati mobilitati. (JC)

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