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Mundus Furiosus: la sintesi della serata a San Casciano

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Di seguito alcuni passaggi salienti dell’intervento di Lorenzo Somigli alla serata svoltasi venerdì 9 giugno a San Casciano, organizzata da Luciano Macrì, con un pubblico attento e partecipe.

Oggi, c’è un estremo bisogno di elaborare forme nuove di ricerca e di condivisione delle informazioni. Per tanto tempo è stato il giornalismo il tramite per formarsi un’opinione, in un ecosistema dei media vario, ancorché figlio degli interessi consolidati dei grandi gruppi industriali o delle ideologie politiche.

Dal 2020 in poi, con una sensibile accelerazione data dalla guerra, il giornalismo è diventato sempre meno funzionale alla comprensione della verità e sempre più funzionale alla propaganda.

Ringrazio Luciano Macrì, con cui ho condiviso importanti battaglie, tra cui quelle per la salute dei cittadini, contro l’amianto nelle scuole, per aver organizzato questa serata. Cerchiamo stasera di vedere i fatti con realismo, visto che il Machiavelli era di queste parti.

Gli Stati Uniti

Gli Stati Uniti sono un sistema non sistematico e devono essere colti nella loro irriducibile complessità etnica, religiosa, geo-economica. Da queste insopprimibili divisioni fatti derivano il costante conflitto interno e, sul piano politico-istituzionale, la scelta dell’opzione federale, che rimane sempre e comunque una garanzia di libertà, come unico modo per tenere insieme un paese diviso.

Gli USA hanno già affrontato periodi di profonda lacerazione interna e, oggi, la lacerazione riemerge. Sono fasi che avvengono in ogni Impero, a Roma, come oggi negli States: sono fasi sanguinose e necessarie. Questo travaglio è propedeutico a un’evoluzione nella dimensione dell’Impero.

I due partiti o, meglio, le due fazioni esistono e il tono dello scontro si sta alzando. La classe dirigente è trasversale e uniforme: bianca, al netto di qualche “ripulitura” Black Lives Matter, di derivazione anglosassone, per lo più puritana. Le due fazioni si alternano, certi indirizzi rimangono invariati, soprattutto in economia, cambia il posizionamento in politica estera.

Fin dall’inizio del Novecento, la classe dirigente anglosassone si pone il problema di arginare l’emersione di quelle grandi potenze, popolose, che si collocano in una porzione del globo chiave, l’Eurasia, dove ci sono risorse naturali, inventano una strategia, tutt’oggi in uso, per smontare o rallentare la possibile saldatura tra i colossi, colpendone una alla volta, e per evitare che queste si connettano a quelle potenze periferiche come Germania o Turchia o anche la stessa Italia, che sta proprio sulla faglia di questo Grande Gioco, più riluttanti ad allinearsi alle potenze angolassoni.

Da qui, per esempio, la guerra russo-giapponese – il Giappone imperiale fu armato come potrebbe succedere di nuovo – per depotenziare la Russia: le sconfitte di Port Arthur, Mukden, Tsushima sono disastrose per l’Impero degli zar, che dovrà scendere in guerra, infatti, con le potenze occidentali. Di queste battaglie, tra l’altro, la cronaca, di indubbio stile linguistico, è merito di Luigi Barzini, unico inviato presente. Non riesco a credere che in poco più di un secolo siamo passati da Barzini ai corrispondenti che parlano di Iran da Istanbul.

Secondo questo “schema sassone”, i Repubblicani – sempre meno remoto un ritorno di Trump – potrebbero spostare nuovamente l’attenzione su Cina e Iran, mentre adesso i Democratici stanno dissanguando la Russia. Poi, ovviamente, non è sempre così lineare.

Uno sguardo sull’Italia: l’autosufficienza energetica alla prova dei fatti

Dobbiamo iniziare a meditare sul vero impatto dell’ex BCE. Il passaggio di Draghi è tutt’altro che incolore o tecnico. Draghi è stato centrale nei processi di trasformazione politica del Paese.

Meloni, tra continuità e discontinuità, sta cercando di proseguire nel piano per l’autonomia energetica. La sostituzione del gas russo è tutt’altro che immediata e semplice: soprattutto, l’inverno 2023-2024 sarà difficile. Il GNL, il primo indiziato per sostituirlo, ha costi molto più alti e questi sono destinati a rimanere alti nel medio periodo anche perché la capacità estrattiva rimarrà la stessa. Non solo, il GNL arriva anche dalla stessa Russia, come hanno anche spiegato autorevoli esperti dell’energia.

I giornali italiani scrivono che l’Italia cresce, a differenza della Germania, che entra in recessione. La recessione della Germania, provocata dal taglio delle forniture di gas, è problematica anche per l’Italia e per il suo sistema produttivo, che fa parte della catena del valore tedesco.

Sarà, al netto dell’impegno di Meloni, una strettoia. Dobbiamo porci il problema della riduzione o progressiva scomparsa del modello di benessere.

Gli attuali limiti dell’informazione

Cerco di legare anche le trasformazioni dei media alla geopolitica. Nelle potenze emergenti, i media tendono a dare una proiezione più ampia, a valorizzare il prestigio nazionale, ad allargare respiro e sguardo così da far pensare in grande e da sostenere i sogni di potenza.

I nostri media seguono il ripiegamento dell’Italia: seguono le minuzie oppure la vita degli influencer, almeno così si vede nelle prime pagine dei più autorevoli quotidiani. In tutto questo, ha un peso debordante la cronaca nera, che nel secondo Dopoguerra era pressoché assente, e oggi riempie le prime pagine.

Nel ripiegamento dell’Italia, in corso dagli anni ’90, il sistema dei media è perfettamente funzionale. Gli spazi alternativi ci sono e sono, potenzialmente, ampi ma la semina sarà lunga e difficile. E dovremo continuare così: incontrarci, di persona ovviamente, confrontarsi, con giusta mediazione, evitando gli errori dei social, diffondere, dando continuità.

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