Il Tazebao – Negli ultimi anni l’omicidio politico è tornato in voga. Prelude a svolte politiche, accompagna o forza dei passaggi particolarmente critici. Dalla politica interna, ovviamente, ci sono sempre effetti sull’allineamento internazionale. Dal Giappone, che vanta una lunga scia di omicidi politici sempre ad opera di “sette religiose,militari e radicali”, che dopo la morte di Shinzō Abe (ucciso l’8 luglio 2022, anniversario dell’ingresso delle Navi Nere nella baia di Edo) ha percorso la via del riarmo, al tentativo di uccidere lo “scettico” Robert Fico – qualche giorno fa ha detto “cari media liberali, scusate se sono sopravvissuto” – oppure il CEO di Rheinmetall, Armin Papperger. Tutto questo senza tener conto dei vari tentativi di golpe che avvengano un po’ ovunque, a Cuba e non solo. Ieri, durante un comizio in Pennsylvania, è stato ferito l’ex presidente Donald Trump in corsa per un sempre più probabile secondo mandato a danno di Biden di cui, per rispetto di una persona che sta male, non si parla. Alla fine di quei drammatici attimi, ferito all’orecchio, scosso ma determinato, si rialza, nonostante gli agenti lo proteggano si rivolge alla folla con un “fight”, esplode un’ovazione. Non vi è dubbio che questo tentativo darà nuova benzina alla campagna elettorale del tycoon, fermo restando che gli Stati Uniti si avvicinano al voto al massimo della disgregazione. L’acme del chaos e il ritorno di Trump daranno il colpo finale all’ordine internazionale post-45 e sicuramente apriranno una fase di estrema instabilità dei mercati. Polverizzato l’assetto e le sue istituzioni, il terreno sarà pronto per la fase culminante della guerra per l’egemonia mondiale. Dopo aver tentato di fiaccare la Russia, senza domarla, sotto Biden, Trump, come negli ultimi giorni della sua prima presidenza, sposterà il focus su Cina e Iran.
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