L’anno 0 dei trasporti pubblici

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Il Tazebao – La situazione trasporti nel nostro paese è catastrofica, inizia ad essere impossibile non coglierne le cause, per quanto si sia provato a incentrare il disagio sugli ultimi scioperi sia in sedi istituzionali sia a mezzo stampa. La malagestione dei trasporti è solo e solamente responsabilità del ministero competente (o verrebbe da dire sardonicamente, non competente) e delle politiche volte alla progressiva svendita dei servizi pubblici in questo settore in nome delle liberalizzazioni (che suona meglio di privatizzazioni per qualcuno).

La progressiva dismissione della rete dei servizi del trasporto pubblico sicuramente non è responsabilità in toto di Salvini, deriva da decenni di male politiche in tal senso che molti che adesso provano a rifarsi una verginità politica hanno contribuito sostanzialmente a generare. La responsabilità dell’attuale ministro risiede nella mancata capacità di indirizzare degli sforzi, se non altro, per tamponare la situazione e per assolvere alla funzione di interlocutore con gli scioperanti, che si trovano invece a rispondere a suon di precettazioni a richieste più che giuste su paghe e sicurezza sul lavoro.

Non dimentichiamo la situazione dei lavoratori in quei settori. Scarsa sicurezza, aumenti delle aggressioni in servizio, il tutto condito dalla totale incapacità sindacale di reagire con forza.

I sindacati padronali, come la CGIL, spendono politicamente lo sciopero (che è uno strumento di lotta di classe) strumentalizzandolo per fare opposizione in vece al PD.

Qui entra in gioco il ruolo politico del socialista, che dovrebbe prendere parte ad alcuni scioperi e non parte ad altri. Le manifestazioni di rivendicazione da parte del lavoratore sono una cosa, il palco col microfono da cui Landini ci spiega come la CGIL sia una forza di opposizione, nonostante la sua totale inazione nei confronti di diverse ingiustizie nel mondo del lavoro verso cui anche noi di SOCIT abbiamo lottato (ad esempio la questione del cosiddetto green pass), è ben altra cosa.

Non mi aspetto che tutti abbiano grossa preparazione politica, né pretendo io di averla. Ma spero siamo tutti d’accordo che non basta sia marrone affinché sia cioccolata.

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