Nel quadro di questa strana Guerra Fredda tra USA e Cina, la Corea del Nord, da sempre partner sfuggente di Pechino, assume un’importanza strategica sempre maggiore.
Alla fine del mese appena trascorso, l’Assemblea Popolare Suprema (il Parlamento) della Repubblica Popolare Democratica di Corea ha svolto la V sessione della sua XIV legislatura. Vi si sono discusse varie questioni, soprattutto per quanto concerne l’adozione di nuove leggi: sullo sviluppo delle città e dei distretti, sulla copertura della formazione dei giovani, e sulla modifica e revisione di altre, principalmente nell’ambito dell’economia nazionale e sul riciclaggio delle materie prime e degli altri materiali.
Nel secondo e ultimo giorno di questa sessione, il 29 settembre, è intervenuto Kim Jong Un in persona pronunciando un discorso intitolato “Sull’orientamento della lotta attuale per un nuovo sviluppo dell’edificazione del socialismo”. Non ne è stato pubblicato il testo integrale; il resoconto ufficiale rilasciato da Pyongyang ha specificato che questo sarebbe stato «pubblicato e distribuito alle organizzazioni del Partito a tutti i livelli, alle organizzazioni dei lavoratori, agli organi del potere popolare, agli organi delle forze armate, agli organi di giustizia, della magistratura, della pubblica sicurezza e agli organi competenti per gli affari relativi al Sud e all’estero» [1], vale a dire che per il momento rimane interno alle istituzioni nordcoreane.
Una “nuova Guerra Fredda”
Tuttavia, all’interno di questo resoconto, ne sono stati resi noti ampi stralci. Uno di questi è un passaggio sull’attuale situazione internazionale, sintetico ma che chiarisce come gli attuali sviluppi della politica estera mondiale siano visti dal governo della Corea del Nord. Lo riportiamo per come pubblicato dall’Agenzia Centrale di Stampa Coreana (o KCNA nell’acronimo inglese, più noto):
«Oggi il mondo si trova di fronte a gravi crisi e sfide, ma il pericolo essenziale risiede nei diktat e nel dispotismo degli Stati Uniti e delle forze dietro di loro, che stanno demolendo le basi della pace e della stabilità internazionale; la struttura delle relazioni internazionali si sta trasformando in quella della “nuova Guerra Fredda” a causa della politica estera unilaterale e iniqua degli Stati Uniti e va complicandosi: tali sono le caratteristiche del mutamento dell’attuale situazione internazionale».
Degno di nota, in particolare, è la definizione di “nuova Guerra Fredda” data da Kim Jong Un ai risultati della politica estera dell’amministrazione Biden, politica definita “unilaterale e iniqua”.
Joe Biden si è trovato in effetti a ereditare una “patata bollente” non di poco conto dal suo predecessore, Donald Trump; tuttavia, al contrario delle sue promesse elettorali, le tensioni sull’arena internazionale, lungi dall’affievolirsi, si sono aggravate laddove non ne sono spuntate di nuove: pensiamo alla questione dell’Afghanistan, alla situazione a Taiwan, alle tensioni nella stessa penisola coreana, nei Balcani (il governo serbo, col sostegno dei russi, sta muovendo una parte consistente delle sue truppe al confine kosovaro in seguito alla proclamazione della nascita dell’«esercito nazionale del Kosovo»), in nord Africa tra Marocco e Algeria, la mai sopita guerra in Libia col ritorno in grande stile di Saif al-Islam Gheddafi, il nuovo avanzamento delle forze socialiste e di sinistra in America Latina (particolarmente in Argentina, Bolivia e Perù), la vittoria del “falco” Ebrahim Raisi in Iran, le contraddizioni all’interno dello stesso campo atlantico con la Francia e le frizioni sempre più aspre con la Cina e il già citato Iran, senza dimenticare gli incidenti diplomatici con la Russia, e altro ancora [2].
Un nuovo irrigidimento nei rapporti?
È anche un fatto che, dal passaggio di consegne a Washington, i rapporti tra Stati Uniti e Corea del Nord siano tornati al periodo precedente al vertice di Singapore fra Trump e Kim Jong Un (12 giugno 2018), annullando tutto quanto di propositivo era uscito da quel vertice e dagli incontri di Hanoi e Panmunjom del 2019. Non è infatti un caso che, nelle ultime due settimane di settembre, la Corea del Nord abbia svolto tre test missilistici, quali non ne svolgeva dai tempi della crisi nucleare del 2017, e non senza un peso specifico nel campo puramente militare: il 15 settembre si è svolta un’esercitazione del neonato reggimento mobile missilistico ferroviario dell’Esercito Popolare di Corea (il che vuol dire, in poche parole, che la Corea del Nord è in grado di fare persino delle ferrovie di campagna un’affidabile base di lancio missilistico)[3]; il 28 è stato testato il missile supersonico Hwasong-8 [4] e due giorni dopo è stata la volta di un missile antiaereo di nuova generazione [5].
I rapporti con gli altri avversari degli USA
Degne di nota, in questo contesto, sono anche le dinamiche con la Cina e la Russia viste dalla prospettiva nordcoreana.
Con questi due paesi i rapporti risalgono ai tempi della Guerra Fredda: la rivoluzione coreana essendo nata sulla spinta della Rivoluzione d’Ottobre in Russia e il suo principale dirigente, Kim Il Sung (1912-1994), essendosi formato come marxista-leninista, l’Unione Sovietica ha contribuito alla liberazione della Corea dai giapponesi dopo aver allacciato stretti rapporti con lui e con l’Esercito Popolare Rivoluzionario di Corea da lui diretto; la Cina ha dato man forte ai soldati coreani durante la Guerra di Corea (1950-1953) con i suoi Volontari del popolo. Purtuttavia, non sono mancate, negli anni, frizioni con ambedue questi paesi: il Partito del Lavoro di Corea, fondato e presieduto ai tempi da Kim Il Sung, non seguì l’URSS nella destalinizzazione e nel “nuovo corso” di coesistenza pacifica con gli Stati Uniti; parimenti, si mantenne sostanzialmente scettico sulla Rivoluzione Culturale cinese (almeno in una prima fase) e si registrarono scontri sul confine sino-nordcoreano nel 1969; essa perseguì, di fatto, una politica indipendente nella polemica interna al movimento comunista internazionale, rivolgendosi piuttosto verso il Movimento dei non allineati della quale la Corea del Nord è tutt’oggi membro dal 1975.
In tempi a noi assai più recenti, e cioè durante la crisi nucleare del 2017, i media nordcoreani ebbero occasione di criticare apertamente sia la Cina che la Russia per la loro condotta contraria ai test missilistici e nucleari di Pyongyang. La KCNA, in un editoriale del 3 maggio a firma di Kim Chol [6], attaccò direttamente il Quotidiano del Popolo e il Global Times, rispettivamente l’organo del Comitato Centrale del Partito Comunista Cinese e il suo inserto d’approfondimento sulla politica estera, accusandoli sostanzialmente di ignoranza e di servilismo verso gli USA, oltre che di sciovinismo per quanto riguarda le loro minacce di sanzioni e di rottura dei legami di amicizia e cooperazione con la Corea del Nord. In un altro articolo, i nordcoreani ricordarono ai cinesi di come la RPDC fu l’unico paese a sostenere il suo test nucleare del 1966, che persino l’Unione Sovietica condannò (si era allora al culmine delle tensioni tra Mosca e Pechino).
Quanto alla Russia, il Pyongyang Times (versione in inglese del Quotidiano di Pyongyang, organo della sezione capitolina del Quotidiano del Lavoro, organo del Comitato Centrale del Partito del Lavoro di Corea) pubblicò sul suo numero del 12 agosto un articolo scritto tre giorni prima da Ri Chol Ho, ricercatore all’Istituto di Studi Internazionali della capitale nordcoreana, e intitolato con una domanda retorica che potremmo tradurre come: Ci è o ci fa?
In questo pezzo, Ri critica gli esperti governativi russi che avevano sminuito il test dell’ICBM Hwasong-14 effettuato poche settimane prima, in contrasto con le valutazioni fatte da molti altri addetti ai lavori nel mondo e nella stessa Russia, ritenendo che non si trattasse in realtà di un vero e proprio ICBM. Ribadendo i dati ufficialmente pubblicati in seguito al lancio, Ri accusò il governo russo, non senza una nota di pungente sarcasmo, di essere invidioso del fatto che la comunità internazionale avesse riconosciuto le capacità della RPDC riguardo alla produzione e al lancio di missili intercontinentali pur ritenendo la Russia una “eterna seconda” nel novero delle superpotenze. E concluse il suo commento consigliando alla Russia di sbarazzarsi delle sue arie da “grande potenza” a meno di non voler fallire in eterno nel farsi trattare da superpotenza pur essendolo.
Da ciò si può evidentemente dedurre l’imprecisione di chi volesse a forza catalogare la Corea del Nord come paese “filocinese” o “filorusso” e di come sia altresì erronea l’impostazione in base alla quale essa sarebbe in tutto e per tutto dipendente da Pechino o da Mosca. Sebbene sia innegabile che il commercio con Cina e Russia (ma non dimentichiamo neppure India e Filippine) abbia un peso notevole nella bilancia commerciale nordcoreana, bisogna tener presente che ci si riferisce solo a quella percentuale, peraltro in progressiva diminuzione, al di fuori del tasso di autosufficienza raggiunto negli anni dal Paese.
Questo comunque non vuol dire che i legami politici dei nordcoreani con i cinesi e con i russi non siano solidi. Dopo la svolta diplomatica del 2018-19 e gli incontri di Kim Jong Un con Xi Jinping, Lavrov e Putin, l’asse Pyongyang-Mosca-Pechino si è rinsaldata ai livelli di 15-20 anni fa, quando alla guida della Corea del Nord vi era ancora Kim Jong Il (1942-2011). Il governo nordcoreano ha infatti emesso un gran numero di comunicati a sostegno della Cina riguardo alle questioni di Hong Kong [7] e del Xinjiang [8], prendendo le difese di Pechino in seguito agli attacchi di Mike Pompeo relativi alle tensioni nel Mar Cinese Meridionale [9]. Per quanto concerne la Russia, i media nordcoreani hanno condannato le interferenze americane sui risultati delle elezioni di settembre [10].
Nelle congiunture della “nuova Guerra fredda” evidenziate da Kim Jong Un, la Corea del Nord ha cercato di evitare la creazione di rotture come quelle tra Cina e URSS negli anni ’60, ritenendo che gli americani possano sfruttarle a proprio vantaggio per imporsi su tutti e tre i paesi facendoli cadere uno per uno. Continua, quindi, ad attenersi allo spirito col quale entrò a far parte del Movimento dei non allineati 46 anni fa, e cioè quello dell’unità dei paesi indipendenti e sovrani, della non ingerenza nei reciproci affari interni e della risoluzione di ogni disputa tramite negoziati. Sembra infine che, per quanto la riguarda sul piano interno, oltre a individuare nella teoria le caratteristiche fondamentali dell’attuale congiuntura internazionale, essa abbia voluto anche darsi i mezzi per farvi fronte a un livello pratico, al fine di salvaguardarsi e mantenere il suo posto nella comunità internazionale.
Bibliografia
- https://italiacoreapopolare.wordpress.com/2021/09/30/kim-jong-un-pronuncia-un-discorso-sulla-politica-governativa/
- Ad es. le dichiarazioni “filocinesi” del governo vietnamita, su cui gli americani hanno per decenni riposto grandi speranze vedendolo come un “contraltare all’influenza di Pechino” in Indocina (https://www.lantidiplomatico.it/dettnews-il_vietnam_conferma_vicinanza_strategica_con_la_cina_e_respinge_i_piani_degli_stati_uniti/5694_40967/) e le tensioni di aprile tra la Russia, da una parte, e le filoamericane Bulgaria e Repubblica Ceca dall’altra (https://it.sputniknews.com/20210429/cremlino-russia-reagira-alle-azioni-inaccettabili-di-bulgaria-e-repubblica-ceca-10477729.html).
- https://italiacoreapopolare.wordpress.com/2021/09/29/nuovo-test-missilistico/
- https://italiacoreapopolare.wordpress.com/2021/09/29/testato-il-nuovo-missile-supersonico-recentemente-sviluppato-dallaccademia-delle-scienze-della-difesa/
- https://italiacoreapopolare.wordpress.com/2021/10/04/testato-il-missile-antiaereo-recentemente-sviluppato-dallaccademia-delle-scienze-della-difesa-nazionale/
- https://kcnawatch.org/newstream/1493850746-343187325/commentary-on-dprk-china-relations/?utm_
- http://www.mfa.gov.kp/en/hong-kong-is-hong-kong-of-china/
- http://www.mfa.gov.kp/en/human-rights-watch-adept-at-anti-china-human-rights-plot-and-propaganda/
- http://www.mfa.gov.kp/en/answer-of-spokesperson-for-dprk-foreign-ministry-2/
- http://www.mfa.gov.kp/en/inveterate-vice-of-meddling-in-others-affairs/
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