La Grande Sultana si è mossa [FOTO]

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Il reportage fotografico sulla Turchia: un paese dinamico, saggio perché indispensabile alla NATO e capace di ritagliarsi una larga capacità contrattuale nell’Ak Deniz e non solo, fortemente legato alla tradizione, diverso ma unito da una bandiera. Questi alcuni scatti che raccontano molto di un paese frastagliato e straordinario.

Frammenti di vita quotidiana

Genuina frugalità. Il cibo è un fatto sociale. È tradizione, continuità ma anche laboratorio di inclusione, genio. Tutta questa famiglia lavora sul cibo, lo mostra con rispetto e orgoglio, lo cura. Con gesti tramandati e sapienti, la donna compone il cibo e lo dispone, l’uomo controlla i conti e accoglie il cliente. Riusano patate, verdure o carne per inventare un alimento nuovo, semplice, sostanzioso.

Basta un tappetino per trascendere. La preghiera è un momento individuale ma collettivo. Comunitario e singolare: tanti che pregano, il singolo che dialoga con il divino. Il muezzin convoca tutti, entra nelle case e nei cuori, con prevedibilità e discrezione. La moschea sorge in una zona vicina al centro storico, spoglia fuori, elegantissima dentro: un ragazzo appare, si siede, prega.

«Non riesco davvero a togliermi dalla mente quell’immagine: un giovane da una parte, un anziano dall’altra, solo loro due, gettati a terra, a pregare in silenzio. Ti svelo un altro particolare: mentre l’anziano aveva un tappetino per la preghiera, il giovane è arrivato lì con il suo giacchetto e si è seduto su quello» Roberta Văduva in La Grande Sultana si è mossa.

Insospettabili armonie. Le identità. Non un’identità che schiaccia e sopprime le altre. Identità parallele ma dialoganti e reciprocamente rispettose. La moschea sfoggia la sua bandiera sgargiante, che non stona. L’altra moschea è discreta, minimale, rannicchiata: un piccolo scrigno di fede ove raccogliersi per un momento di alterità e sospensione.

Turchie a confronto. Nel grande intreccio cittadino spiccano i nuovi palazzi, le tramvie che tutto connettono ed equilibrano, le nuove moschee molto lineari. Come macchie, residuali, rimangono vecchie case, distanziate ma non distinte dallo sviluppo urbano. Raccontano un tempo diverso ma anche qui non mancheranno mai le bandiere turche.

Pater patriae

Detto Atatürk. Mustafa Kemal è stato un leader straordinario. Capace di costruire una nazione che non c’era, di ribaltare un disastro in un successo. Il suo volto serio, concentrato, corrugato come l’Oratore del Trasimeno, riflessivo e deciso troneggia ovunque. Elegantissimo nelle sue gigantografie in abiti di alta classe, proteso a Occidente.

«Da un dramma collettivo, Mustafa Kemal, figlio della dottrina sufi e massone, è stato capace di immaginare e costruire una nazione e una narrazione della stessa e ha evitato la riesplosione dei conflitti etnico-religiosi che hanno insanguinato tanti territori orfani degli Imperi. Non era scontato né semplice» Lorenzo Somigli in Esiste un solo potere. Esso è la sovranità nazionale. Esiste una sola autorità. Essa è la presenza, la coscienza e il cuore della nazione.


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