Dal fronte di Kursk: cade Sudzha, 86% del territorio liberato. I colloqui per un cessate il fuoco sono conti senza l’oste. Il Tazebao del giorno

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Il Tazebao – È arrivato stamani l’annuncio, da parte del Ministero della Difesa russo, del completamento delle operazioni militari per la liberazione della piccola città di Sudzha nell’oblast di Kursk, il successo relativamente più importante dell’offensiva ucraina del 6 agosto 2024. La svolta è arrivata nei giorni scorsi con l’attacco a sorpresa dei battaglioni del Gruppo “Nord”, che da Bolshoye Soldatskoye hanno percorso 15 km a piedi in un gasdotto (dismesso, è bene ricordarlo ai soloni d’Europa che invocano, presi dal panico, il bombardamento di tutte le condutture che si estendono dalla Russia nel Vecchio Continente) alto 1,40 m fino all’area, appunto, di Sudzha, liberando in un solo giorno una dozzina di insediamenti: Agronom, Bogdanovka, Bondarevka, Dmitryukov, Zazulevka, Ivashkovsky, Kolmakov, Kubatkin, Martynovka, Mikhailovka, Pravda e Yuzhny. Con Sudzha sono stati ricatturati anche Melovoj e Podol, per una porzione di territorio riconquistato equivalente all’86%. Mentre proseguono gli scontri al confine, coi russi che tentano di espandere la testa di ponte nell’oblast di Sumy, Trump pare sia riuscito a convincere Zelensky a tornare al tavolo delle trattative, costringendo quest’ultimo a un cambiamento di narrazione a 180° rispetto all’alterco avuto con lui e Vance alla Casa Bianca solo pochi giorni fa. Guardingo, tuttavia, il Cremlino, che attende il bilaterale tra Putin e Trump senza però mostrarsi disposto ad alcuna concessione su quanto già guadagnato e sulla piattaforma che sottende fin dall’inizio all’operazione militare speciale: Ucraina neutrale, denazificata e smilitarizzata. (JC)

L’azione delle truppe russe è già iconica (foto da Telegram)

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