India e Pakistan a un passo dalla guerra? Le tensioni tra Nuova Delhi e Islamabad non fanno che aumentare. Il Tazebao del giorno

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Il Tazebao – L’attentato terroristico del Fronte della Resistenza (o Resistenza del Kashmir), affiliato ai jihadisti del Lashkar-e Taiba (“Esercito dei Giusti”), nella regione indiana del Jammu e Kashmir che ha provocato 28 morti e 20 feriti tra i turisti nella prateria di Baisaran, ha innescato una spirale di tensioni e allontanamenti diplomatici tra India e Pakistan, del resto mai andate troppo d’accordo. Come emerge anche dalle testimonianze dei sopravvissuti, tra cui una donna dichiaratamente risparmiata affinché “comunicasse a Modi quanto era successo”, l’attentato era verosimilmente finalizzato a imporre le continue rivendicazioni del Pakistan su quella regione, che da Islamabad ritengono illegalmente annessa all’India col decreto del 2019 che divise l’allora Stato tra la provincia del Ladakh e quella omonima sempre sotto Nuova Delhi. Per evitare, in teoria, tensioni come queste, l’anno scorso fu stabilita una linea di controllo, non però giuridicamente sancita. Ma dopo questi eventi, l’India ha deciso di espellere tutti i cittadini pakistani, chiudere le frontiere, annullare i visti, sospendere il Trattato dell’Indo del 1960 (di fondamentale beneficio per gli agricoltori pakistani, dacché assegna a Islamabad l’80% delle acque del fiume omonimo) e ridurre il personale dell’ambasciata pakistana da 55 a 30 persone, ritirando inoltre i propri consiglieri militari dal suo Alto Commissariato a Islamabad e lasciando una settimana di tempo agli omologhi pakistani per lasciare il territorio indiano. Il Pakistan ha reagito proclamando lo stato di massima allerta per le sue truppe, mentre la risposta militare nel concreto è attualmente in discussione ai massimi livelli. Solidarietà al Primo ministro Narendra Modi è giunta però non solo da Stati Uniti, Russia, Cina, Israele, Nepal, Sri Lanka e Bangladesh, ma anche dallo stesso Pakistan, che ha sempre negato di sostenere i terroristi anti-indiani e che tuttavia, nel messaggio del Ministero degli Esteri, si è riferito al Jammu e Kashmir come «illegalmente occupato». Non è casuale, infine, che l’attacco sia avvenuto durante la visita del vicepresidente americano J.D. Vance in India: simili incidenti si erano già verificati nel 1998, quando vi si trovava Clinton, e nel 2010 durante la presenza di Obama. (JC)

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