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“Il vicolo cieco di Mosca e la scelta drammatica di Kiev”. Leonardo Tirabassi su Il Sussidiario

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Riportiamo alcuni passaggi del nuovo pregevole approfondimento di Leonardo Tirabassi pubblicato su Il Sussidiario.

(Il Sussidiario) – I missili su Kiev aggiungono orrore e preoccupazioni crescenti per la sorte dell’Ucraina e stringono il campo delle possibilità d’azione. Mosca con questo atto dimostrativo sembra mandare un avvertimento chiaro ai Paesi Nato. “Siamo pronti a tutto. Non ci spaventate, le vostre sanzioni e l’aiuto all’Ucraina è inutile e controproducente. Non ci fermeremo fino alla vittoria”.

Intanto la situazione per l’esercito ucraino è sempre più difficile. La ritirata delle truppe ucraine da Severodonetsk – 2mila uomini, quattro battaglioni, un’unità di artiglieria e truppe non identificate – e la fine che sembra prossima di Lysychansk confermano quello che tutti sapevano ma molti negavano.

«L’assoluto predominio russo sul campo. La forza militare di Mosca non era un dato nascosto, era lì davanti agli occhi di tutti. E non era nemmeno necessario essere degli strateghi o dei generali di professione per capire quanto stava accadendo sul fronte orientale ucraino».

Il fallimento di Putin, madornale errore di calcolo, questo sì, incomprensibile, di non riuscire ad organizzare un colpo di Stato a Kiev che instaurasse un governo amico in sostituzione dell’attuale, ha fatto naufragare per fortuna il primo obiettivo della guerra di aggressione all’Ucraina: la conquista veloce con una guerra lampo della “ribelle” Kiev. Mosca a quel punto è corsa ai ripari ed ha inaugurato il piano B, l’occupazione progressiva di regioni a partire da quelle pretese del Donbass. 

Il fatto che l’ex Armata rossa si sia ritirata dalla capitale e che la strategia scelta nel nuovo corso sia stata quella dello schiacciasassi, dell’uso massiccio e lento dei bombardamenti di artiglieria, e che l’esercito russo abbia subito perdite ingenti, ha fatto gridare alla vittoria ucraina e all’inadeguatezza dell’esercito russo. Bastava però guardare una cartina per accorgersi che i deficit di intelligence, di logistica, di errori nella catena di comando non erano sinonimi di debolezza assoluta.

«Sul terreno, ad oriente, si poteva vedere l’avanzata inesorabile a tenaglia, a semicerchi progressivi sempre più stretti che comporta l’accerchiamento delle forze ucraine a cui rimane una sola scelta, o ritirarsi o rimanere circondati in sacche senza nessuna speranza».

L’articolo completo: GUERRA IN UCRAINA/ Il vicolo cieco di Mosca e la scelta drammatica di Kiev

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  1. “Ucraina: la “morale” Usa, il revisionismo russo e i conti che non abbiamo fatto”. Leonardo Tirabassi su Il Sussidiario – Il Tazebao
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