Negli ultimi mesi Il Tazebao ha dedicato (giustamente) ampio spazio alle elezioni in Turchia.
Siamo partiti con la formula, sempre molto apprezzata, del dialogo tra Gianni Bonini e Lorenzo Somigli, in questo caso “Il Secolo Turco”, per disvelare la grandezza ma anche la complessità della nazione turca: la sfida per l’autonomia energetica e alimentare, la postura dentro la NATO, la religione, l’urbanistica. Uno dei passaggi salienti è stato riconoscere nel duello Erdoğan e Kılıçdaroğlu lo scontro tra due visioni per il Secolo della Turchia.
«(…) Si confrontano due visioni dello sviluppo turco: uno più coperto, attento alle condizioni interne, l’altro più proiettato all’esterno, proattivo. (…) Tra le varie inaugurazioni, ha ricevuto il primo carico di combustibile la centrale nucleare di Akkuyu che, sostiene Erdoğan, potrà arrivare a fornire il 10% dell’energia elettrica che consuma il paese. Una nazione popolosa e industrializzata ha bisogno di sicurezza energetica e ha trovato un mix energetico in grado di dargliela». Da Il Secolo Turco.
Dopo il primo turno, abbiamo ripreso le riflessioni rilasciate all’Adnkronos da Carlo Marsili, ex ambasciatore ad Ankara e Senior fellow de Il Nodo di Gordio, che aveva previsto la riconferma del Presidente Erdoğan forte anche della vittoria alle elezioni parlamentari (di cui abbiamo proposto una prima analisi con i dati dell’agenzia Anadolu).
(…) Kılıçdaroğlu “non ha guadagnato alcun voto rispetto a quelle che erano le sue roccaforti ad eccezione della spinta avuta dai curdi” dato che “ha vinto in tutte le province della costa mediterranea”, dove l’opposizione aveva già vinto alle scorse amministrative, e nel sud-est a maggioranza curda, mentre “quasi tutta l’Anatolia tranne Ankara ed Eskişehir ha votato a valanga per Erdogan come se il terremoto non ci fosse stato e non ci fossero problemi economici e un’inflazione molto alta”. Da: La Turchia al voto, Marsili all’Adnkronos: “Erdoğan verso conferma, per opposizione occasione persa”
Dopo il ballottaggio, sempre Bonini e Somigli hanno sviluppato una riflessione criticando come i media occidentali mainstream abbiamo trattato e male di queste elezioni così importanti.
«È un popolo in cammino consapevole di stare giocandosi il proprio destino e questo fa la differenza. Continuare ad interpretare la politica turca con i consueti e falsi stereotipini occidentali, le lezioncine sulla democrazia e sulla libertà a partire da Santa Sofia, non aiuta la geopolitica delle élite dirigenti (?) ed il consenso intorno ad esse. Manca totalmente la coscienza che il nostro quinto partner commerciale che occupa il Mediterraneo di Levante con le Zee e la sua Marina in competizione-condivisione con la Russia, va considerato come un interlocutore regionale di alto rango e con una strategia che potrebbe farci comodo sul piano del balance of power euroasiatico». Da Ipse dixit. La Turchia ha votato
Negli ultimi giorni, Somigli, fondatore del blog, ha realizzato un’analisi sul voto in Turchia ripresa da uno dei più autorevoli giornali degli Emirati Arabi Uniti ovvero Gulf News oltreché da altri media internazionali come Atalayar.
«(…) The president, also the former mayor of the megalopolis on the Bosphorus, has spearheaded a twenty-years period of change for Turkey. The country has developed a world-class industrial and manufacturing system and has enhanced the extraction capacities of minerals and natural resources. Turkey has become a checkpoint for hydrocarbons flows which reach Europe from the heart of Asia. (…) The basis of Turkish development is progressive energy and food autonomy, which is going to continue in the near future». Full article: Clash of Visions: Erdogan’s triumph in critical Turkish elections