Cerca
Close this search box.

Afghanistan, anno zero!

afghanistan-farid-ershad-unsplash
Condividi articolo:
SEGUICI SU TELEGRAM:

Un anno fa, i Talebani a Kabul. Oggi, la resistenza. Un nuovo dialogo con il Prof. Salvatore Lombardo, già inviato in Afghanistan e Libano.

La situazione sul campo in Afghanistan?

“La situazione migliora rispetto ad alcuni mesi fa ma solo grazie alla resistenza. I Talebani e i loro alleati hanno preso in ostaggio la popolazione afghana, distruggendo il tessuto culturale, economico e sociale del paese. In compenso, c’è stata una chiara volontà del popolo afghano di opporsi e resistere: alla fine molto pochi sono andati via, soprattutto in India; tantissimi sono andati nella valle del Panshir dove hanno trovato un’alternativa di libertà nella figura di Ahmad, il figlio del mitico Massoud. Un figlio ormai capo della resistenza come lo era suo padre venti anni fa”.

Come si sta organizzando Ahmad Massoud?

“L’organizzazione della resistenza è stata difficoltosa. Massoud e la sua alleanza si sono trovati a gestire centinaia di migliaia di persone accorse nella valle, fornendo loro cura e protezione. È un peccato notare che gli aiuti da parte dei paesi europei – non dico le armi ma almeno i generi di prima necessità – non si sono visti. Gli unici aiuti sono stati da parte del Tajikistan e dall’India, principalmente, anche per ovvi motivi, e anche dalla Russia e da alcuni paesi africani. Le armi dalla Russia come i fucili di precisione per sniper si stanno rilevando particolarmente utili. Uccidere il massimo numero di Talebani con il numero minore di perdite è una tattica che funziona molto bene”.

Interessante che proprio la Russia intervenga…

“Ci sono molti paesi non allineati o non schiacciati su certe posizioni e che non vedono di buon occhio la volontà USA di dirigere il mondo. Il caso Afghanistan ne è stato una dimostrazione. Stiamo parlando di paesi che hanno tradizioni millenarie oppure paesi come il Burkina Faso dove ancora l’esempio di Sankara è vivo. Sapendo che sono di origini italiane, Ahmad – suo padre era un’amante dell’Italia e mi chiedeva sempre libri sulla città ideale di Sabbioneta – mi domandava come mai gli italiani accettino ancora di avere basi NATO sul proprio territorio decenni dopo la guerra”.

Effettivamente, a suo tempo la Russia partecipò alle operazioni contro i Talebani.

“La presenza dei Talebani lì è un problema per tutti: per l’India, preoccupata dal Pakistan, per la Russia che teme disordini nelle ex repubbliche, per la Cina che teme una saldatura con l’islamismo presente anche nei suoi confini”.

Rispetto a molti altri casi nella sua lunga storia, l’occupazione USA dell’Afghanistan è stata molto lunga – penso al precedente inglese – ben dopo l’uccisione di Bin Laden. Perché secondo lei?

“Possiamo leggere la presenza degli USA in Afghanistan, prolungatasi ben oltre l’uccisione di Bin Laden, che quindi diventa un pretesto, come un’azione di freno alla presenza di Russia e Cina. In sostanza, impedire ogni tipo di penetrazione altrui in una zona così ricca di risorse naturali. Gli USA, infatti, ritenevano Massoud padre una persona inaffidabile, perché rifiutava degli accordi a perdere, preferendogli il Mullah Omar. Il resto è cosa nota”.

Quali prospettive ci sono?

“Un anno dopo sono più chiari i rapporti di forze. I Talebani hanno il controllo formale sul paese ma sostanziale solo su Kabul. Non a caso, come prima gli americani, non riescono più ad uscire dalla capitale. La resistenza cresce ma non ha né il sostegno internazionale né i mezzi”.

«Ogni soluzione militare che preveda la sopraffazione di una parte è da escludere. Ha senso cercare di istituire una forma di condivisione del potere, come suggeriva Massoud padre».

“Per l’Europa sarebbe onorevole e giusto aiutare la resistenza con un sostegno diplomatico e forse militare come lo fa l’India e come lo fa il Tajikistan, che ha permesso ad Ahmad di installare la sua base strategica sul suo territorio. Negando così la posizione assurda dell’amministrazione Biden che ha deciso di sfidare la Russia e che preferisce Zelensky a Massoud. Finalmente la ‘Commedia dell’arte’ non è più solo italiana ma anche americana…”

I Talebani accetterebbero?

“Al netto delle apparenze sono molto divisi, anche per la loro composizione fortemente tribale e per le ovvie differenze geografiche nel paese. Fino ad oggi hanno respinto le proposte di Ahmad ma c’è anche una parte più ragionevole sebbene al momento minoritaria rispetto a quella oltranzista. Dovrebbe svolgersi un congresso nazionale afghano con tutte le componenti della resistenza, a Parigi o a Strasburgo ma al momento Macron ha rifiutato e solo Ungheria e Austria hanno detto di sì. Con buone probabilità si svolgerà a Vienna e, nel caso, ci sarò, accanto ad Ahmad”.

Gli altri interventi di Lombardo
  1. “Quella volta che ho conosciuto Bin Laden”. Parla Salvatore Lombardo (Swiss Umef University)
  2. Salvatore Lombardo: “Massoud lotta ma gli manca il supporto. Biden? Ha oltraggiato la Francia. Aoun…”

Il Professor Salvatore Lombardo insegna presso la Swiss Umef University di Ginevra. Ha pubblicato numerosi libri dedicati al mondo arabo-musulmano. Il suo ultimo libro è “De Massoud à Massoud, 20 ans après”, (De Mareuil Éditions – Parigi).

Cerca un nuovo articolo

Resta sempre aggiornato
Scopri Il Tazebao

Ho letto la Privacy Policy

Il Tazebao
Scopri altri articoli