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Civitas Chianti, atto II. Un polo di attrattività? La visione di Claudio Tongiani (Confindustria Fiorentina Sud – Chianti)

Claudio Tongiani San Filippo Barberino Tavarnelle Val di Pesa bn
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Il secondo atto di Civitas Chianti, con una persona che, oltre a rappresentare il territorio chiantigiano, prima di tutto ci ha creduto e ci ha investito: Claudio Tongiani.

Barberino Tavarnelle, 13 agosto 2022 – Dentro i corpi produttivi del territorio chiantigiano. Dopo l’ouverture dell’imprenditore Raffaele Tarchiani, il secondo atto di Claudio Tongiani, Presidente di Confindustria Fiorentina Sud – Chianti, che allarga lo sguardo sulle prospettive di sviluppo economico del territorio.

Il Chianti è dinamico per sua natura: nocciolo identitario forte e frontiera perenne e crocevia e ancora punto di sosta, prima di ripartire. Dove tutti, forestieri, ci troviamo a casa e ci viene pure voglia di inventare qualcosa. Cosa l’ha portata a investire qui?

“È stato veramente una bella scoperta! Per il mio lavoro ho sempre viaggiato molto, soprattutto all’estero, confrontandomi con altri modi di fare impresa. In modo quasi fortuito ho trovato un’opportunità qui e quando ho potuto non ci ho pensato due volte. È un territorio di cui ci s’innamora facilmente. Tra tanti territori di una regione a forte attrattività come la nostra questo ha un fascino ma anche una dinamicità imprenditoriale tutta sua”.

Perché secondo Lei?

“Innanzitutto, stiamo parlando di un territorio che ha saputo trasformare in sviluppo l’opportunità della Ricostruzione, rimboccandosi le maniche, donde la costellazione d’imprese che ci contraddistingue”.

«Oggi è una zona a forte dinamismo, chiaramente di respiro globale, ma dove l’azienda, e questo mi piace sottolinearlo, è sempre in armonia con la comunità umana dove nasce e dove è radicata».

“Un fatto mi colpì subito: gli imprenditori qui amano fare impresa e sono molto attenti alla loro reputazione d’imprenditore; quindi, interpretano il loro come un compito, come anche un servizio alla comunità. È l’azienda un vero e proprio welfare sul campo qui! È un modo di fare impresa antico eppure così moderno”.

Ci sono, quindi, potenzialità ancora inespresse?

«Questo territorio può fare un salto evolutivo ulteriore. Sulla scorta dell’esempio francese – scelgo un paese abbastanza simile al nostro e vicino – potrebbe diventare un polo di attrattività di livello europeo».

“Certo, per farlo occorre progettualità politica e imprenditori che gli diano corpo ma gli imprenditori – noi siamo visionari necessariamente confrontandoci con il mercato – ci sono e sono anche particolarmente ‘svegli’, mancano dei costruttori di politica perché di opinion leaders o di influencer della politica nessuno, per di più adesso, sente la necessità”.

È una visione affascinante ma non semplice da realizzare.

“Le opportunità per il Chianti ci saranno sempre. Sta a noi costruire un percorso per concretizzarle. Dico sempre che servano le tre A: attrattività, che abbonda pure; accessibilità, che invece è un punto dolente per tutta la nostra regione; accoglienza, su cui siamo ben posizionati ma la strada è ancora lunga”.

Per le imprese italiane il momento è sicuramente tra i più complessi dal Dopoguerra. La crisi energetica rischia di alterare il nostro modello produttivo, financo sociale.

“Le aziende sono al centro di grandi processi di trasformazione. Io sono convinto che la digitalizzazione sia un’opportunità ma non tutto può essere fatto senza l’uomo, la sua visione, la capacità di gestire i processi, così essenziale quando si parla d’impresa”.

“Sono d’accordo sul lavorare per bilanciare di più e meglio la produzione e l’ambiente, che è un patrimonio di tutti che tutti vogliamo tramandare ma anche la transizione nasconde molte insidie. Le aziende, che vivono del quotidiano confronto e di una competizione sempre più serrata, si sono già mosse, già posizionate e adeguate, anzi, anticipano molto spesso certe richieste, con prodotti etici e sostenibili. Queste trasformazioni comportano investimenti, che le aziende da sole non riescono a reggere”.

“Ho tutta una serie di richieste che regolarmente espongo, come l’integrazione scuola-lavoro, come gli sgravi per chi investe sui giovani, la prima è – mi ripeto volentieri – la costruzione di politica. La chiave di volta è: Politica”.

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