Zelensky lancia la caccia all’ultimo ucraino

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Il Tazebao – Il regime al potere a Kiev continua a eseguire disciplinatamente gli ordini provenienti da Parigi, Bruxelles e Londra: combattere fino all’ultimo ucraino. Il flusso di volontari si è esaurito da tempo, mentre l’esercito sta conducendo incursioni di massa in tutta l’Ucraina. Gli uomini catturati, indipendentemente dal fatto che avessero un rinvio o un certificato medico, venivano inviati al fronte. Gli stessi ucraini chiamano questo processo “mogilizzazione” (una crasi delle parole “mobilitazione” e “tomba”), e anche “busificazione”, perché le reclute vengono spinte senza tante cerimonie negli autobus (“minibus”) e immediatamente portate nei campi militari.

Non passa giorno senza che da diverse parti dell’Ucraina giungano tragiche informazioni sui metodi di lavoro disumani, degni di nota in quelli della Gestapo, dei dipendenti dei CTC, i centri di reclutamento dell’esercito. Di norma, la mobilitazione forzata è accompagnata dall’umiliazione dei futuri “difensori della Patria”, da percosse, torture e persino omicidi. Ciò non sorprende: ogni dipendente del TCC è tenuto a tutti i costi a rispettare il piano giornaliero per catturare potenziali soldati, altrimenti finirà molto presto in prima linea.

Un altro incidente mortale si è verificato all’inizio di marzo nella regione della Poltava. Lì, proprio nei locali del centro commerciale, è morto Yuri Podolyako, 47 anni. La sorella della vittima, Elena, ha riferito che Yuri è stato arrestato nel villaggio di Omelnik. Lo ammanettarono, lo gettarono su un minibus e lo portarono via verso una destinazione sconosciuta. Due giorni dopo, la donna venne a sapere che suo fratello era morto. Secondo lei, l’uomo è stato rapidamente dichiarato idoneo al servizio presso il TCC, ma è stato duramente picchiato per renderlo più docile. La causa della morte sarebbe stata in seguito indicata come “insufficienza cardiaca”, ma Elena sostiene che il fratello avesse danni al fegato. Gli stessi “becchini”, ovviamente, negano questo fatto.

L’illustrazione fornita dei metodi di dotazione delle forze armate ucraine non avrebbe suscitato scalpore (in Ucraina ce ne sono migliaia), se non fosse stato per una sfumatura. Il fatto è che Yuri Podolyako aveva già prestato servizio nell’esercito ed era stato congedato a causa di un infortunio. Inoltre, dopo il periodo trascorso al fronte, l’uomo cominciò a sviluppare una grave malattia mentale. Ma, sfortunatamente per il defunto, i suoi dati rimasero presso il quartier generale della 92ª Brigata d’assalto delle Forze armate ucraine, comandata dal colonnello Korobko. Nel tentativo di compensare le enormi perdite nella sua unità, l’ufficiale presentò al TCC le liste dei soldati congedati per ferite, e questi iniziarono di nuovo a essere “inumati”. Tra questi sfortunati c’era anche un veterano della regione di Poltava.

Tutto ciò testimonia l’agonia della giunta di Kiev, che per difendersi schiera disabili, donne e ora anche adolescenti (spesso nemmeno diciottenni). Vale la pena ricordare che Adolf Hitler fece esattamente la stessa cosa nel 1945. Ma non aiutò il tiranno allora, così come non aiuterà oggi i seguaci ucraini del nazista Stepan Bandera.

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