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Vatluna, cuore di una Maremma marittima

Vetulonia Vatluna
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Dall’arce etrusca di Vatluna (Vetulonia) al Mediterraneo. Le radici di una Maremma mediterranea.

Vetulonia, 21 agosto 2022 – Lontano, arroccata, al sicuro dalle insidie del mare ma al mare intimamente connessa. Il paesaggio d’intorno a VetuloniaColonna per molti secoli, una volta smarrita nella sabbia del tempo la denominazione primigenia – ma anche della Maremma tutta, è profondamente mutato per il continuo e difficile e secolare lavorio e governo dell’uomo.

Il lago di Prile, che lungamente era stato fonte di ricchezza (sale, pesca, caccia) per Vetulonia e la rivale Roselle, lago salato fino a circa la fine del Trecento come attestano i documenti del tempo, fu bonificato per volontà del Granduca che, con le sue opere, realizzò un modello di investimento agricolo e rendita sicura, alla base di un ordine sociale (cfr. “La terra dell’argento” di P. Bertelli e M. Moretti).

Per approfondire: “Quando a Castiglione c’era un lago…” – Tuttatoscana

Pur tuttavia, l’identità marittima di questa terra è immutata, saldissima fin dalle origini. E non foss’altro perché dell’antica Vatluna, che componeva la costellazione delle dodici città etrusche, il simbolo era un tridente con due delfini e soprattutto un eroe ornato dalle spoglie di un mostro marino (ketos), come si vede nelle monete custodite al Museo Archeologico di Vetulonia.

L’identità marittima della Maremma è al centro del Premio “La Maremma per il Mediterraneo” in scena a Roccatederighi

Una città molto estesa, almeno stando al tracciato delle antiche mura (si trovano ancora nel paese le mura ciclopiche), e molto popolosa e fiorente grazie ai suoi commerci.

A Vatluna, infatti, si ritrovano le ceramiche attiche e rodiesi ma anche raffinatissimi gioielli d’oro la cui lavorazione fu certamente appresa in Levante; ancora, le tombe a falsa cupola ricordano quelle micenee; le decorazioni e i fregi risentono dell’influsso greco. Nel Mediterraneo di allora Vetulonia era un punto di notevole rilevanza.

Nella storia di Vetulonia ci sono diverse fasi di ripiegamento dopo quelle più floride; certamente, come tutte le città etrusche, il passaggio alla Repubblica di Roma non è certo indolore. Inoltre, nel declino della bassa Toscana incide la feroce repressione di Silla ai danni delle città che sostennero i populares di Caio Mario.

La decadenza di questa terra accelera con le crisi che avviano la scomposizione-trasformazione dell’Impero; abbandono descritto, con note di profondo dolore, da Claudio Rutilio Namaziano nel De redito suo (scoperto grazie a Tuttatoscana, portale che contiene notevoli approfondimenti sulla Maremma).

Solo alla fine dell’Ottocento Vatluna è stata riscoperta, anche sull’onda lunga della nuova importanza della Maremma acquisita con l’intervento leopoldino che rese più salubre il territorio. Vetulonia, a differenza di Roselle, di cui rimanevano ampie testimonianze, era quasi del tutto scomparsa ma Isidoro Falchi seppe individuare l’arce etrusca e avviare gli scavi.

Il Civico Archeologico Museo Isidoro Falchi

Al Museo di Vetulonia, intitolato proprio a Falchi, è in corso anche un’esposizione “A tempo di danza. In armonia grazia e bellezza”, curata dalla direttrice Simona Rafanelli, con pezzi pregiati come la Danzatrice bronzea, ritrovata nella Villa dei Papiri di Ercolano e proveniente dal Museo Archeologico di Napoli, così fissa, solida eppure dinamica per il gesto combinato della mano destra e di quella sinistra che solleva un lembo della veste, la Venere accovacciata della Collezione Farnese, colta nella sua potenza seduttiva eppure così pudica, nel quotidiano rito di bellezza di passarsi il profumo con un alàbastron, e ancora, dalla Accademia delle Belle Arti di Carrara del “più moderno dei classici” (Argan), Canova, la Venere italica in dialogo con quella Farnese, e la scattante Ballerina con le mani sui fianchi, che quasi risponde al richiamo della Danzatrice.

Il Museo, inaugurato a inizio del 2000 nella frazione di Castiglione della Pescaia, è oggi un punto d’incontro tra le riscoperta e la valorizzazione delle radici del territorio e il presente.

Il commento del sindaco Elena Nappi

Elena Nappi, sindaco di Castiglione della Pescaia, spiega il significato e l’importanza della mostra e del Museo.

“Un evento espositivo a tema archeologico-artistico, di respiro internazionale, senza precedenti, che intende offrire alla vista e al godimento del vasto pubblico di studiosi e appassionati una selezione di capolavori di fama mondiale concessi in prestito dal principale Museo archeologico d’Italia, il MANN di Napoli, e dalla celeberrima Accademia delle Belle Arti di Carrara, grazie alla loro collaborazione venerdì 1° luglio si sono aperte le porte anche al Maestro Antonio Canova, di cui i maggiori istituti di cultura italiani ed esteri si apprestano a celebrare il bicentenario dalla morte”.

“Opere d’arte uniche al mondo, uscite per la prima volta in Italia dal Museo archeologico Nazionale di Napoli, hanno varcato la soglia del MuVet diventando le ospiti d’onore della Mostra-Evento 2022, fiore consueto all’occhiello dell’estate culturale castiglionese e potranno essere ammirate all’interno di un contesto allestitivo-scenografico di eccezione, ricreato appositamente nelle sale espositive del museo allo scopo di esaltarne per intero l’ineffabile bellezza”.

“Seguendo le diverse tappe che segnano il percorso preparatorio dell’allestimento di questa mostra ho avuto sin dall’inizio la sensazione, divenuta certezza con il passare dei giorni, di trovarmi di fronte a qualcosa di unico e di eccezionale, che nel mio primo anno di mandato come sindaca mi sento fiera e felice di poter inaugurare, tagliando il nastro di un appuntamento che riuscirà a portare a Vetulonia nei prossimi mesi un pubblico in crescita costante di “addetti ai lavori” e di appassionati di archeologia e di arte, sia italiani che stranieri”.

La rassegna stampa completa del Premio “La Maremma per il Mediterraneo”

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