“Ucraina: la “morale” Usa, il revisionismo russo e i conti che non abbiamo fatto”. Leonardo Tirabassi su Il Sussidiario

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Riportiamo alcuni passaggi del nuovo approfondimento sulla guerra in Ucraina di Leonardo Tirabassi pubblicato su Il Sussidiario.

(Il Sussidiario) – Mentre la guerra contro l’Ucraina ha già passato i cento giorni, gli esiti sul campo rimangono avvolti in quella nuvola di incertezza che va sotto il nome tecnico di “nebbia della guerra”. Coltre che copre ogni dato, ogni battaglia, facendo sparire la verità dei fatti.

A chi non dispone di informazioni dirette dal campo, non rimane altro che provare a fare alcune considerazioni di buon senso, magari a partire dalla divisione nel fronte occidentale tra falchi e colombe, tra chi vorrebbe una intensificazione degli sforzi bellici della Nato contro la Russia e chi invece si preoccupa di non umiliare Mosca. Discussione difficile, perché viziata da giudizi morali, dove sembra che il campo dei prudenti sia anche il partito dei vigliacchi filoputiniani, mentre le schiere degli oltranzisti si dipinge come il bene formato dai nuovi seguaci di Churchill pronti a impugnar le armi contro il nuovo Hitler.

Se le cose stessero così, se l’Ucraina fosse l’equivalente di Danzica, se si pensasse che dopo la Crimea, il Donbass, vi fosse l’intera Ucraina, i Paesi baltici e così via, l’Occidente aveva il dovere immediato di entrare in guerra contro la Russia. Ma allora completamente errata sarebbe stata la dichiarazione di Biden all’inizio dell’aggressione russa che la Nato non sarebbe intervenuta nel conflitto in nessun modo, ammissione letta da Mosca come la luce verde all’attacco. Altro che deterrenza!

«C’è qualcosa che non quadra: da una parte si scoprono le carte, si rassicura Mosca che non ci sarà nessuna escalation; dall’altra, ci sono le molteplici dichiarazioni americane ed inglesi, ufficiali e ufficiose, che la guerra deve continuare fino al logoramento delle forze russe».

E che quindi sono necessarie sia maggiori e dure sanzioni economiche, sia un rifornimento continuo di armi sempre più letali all’Ucraina.

Ma i vari Gérard Araud, già ambasciatore francese a Washington, secondo cui se Mosca tocca Odessa la Nato deve rispondere, la commentatrice Anne Applebaum, che afferma che bisogna sostenere l’Ucraina fino alla vittoria, l’ex consigliere del dipartimento di Stato Eliot Cohen che sostiene che la guerra attuale deve condurre ad un nuovo equilibrio di forze in Europa e a un cambiamento profondo a Mosca, l’esperto di diritto internazionale Charli Carpenter che vorrebbe un intervento Nato per motivi umanitari in nome della protezione dei civili, tutti loro forse dovrebbero ricordare una lezione strategica fondamentale.

Il contributo completo: UCRAINA/ La “morale” Usa, il revisionismo russo e i conti che non abbiamo fatto

Un altro intervento di Tirabassi sempre su Il Sussidiario: “Se l’Italia è assente lo dobbiamo (anche) a Mani Pulite”. Leonardo Tirabassi su Il Sussidiario (iltazebao.com)

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