Trump torna nel Regno Unito, ma le acque tra le due sponde dell’Atlantico sono parecchio più fredde che nel 2019. Il Tazebao del giorno

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Il Tazebao – A pochi giorni dall’enorme manifestazione ultraconservatrice a Londra, le cui stime “meno ufficiali” accompagnate alle riprese girate dall’alto non rendono inverosimile la cifra di un milione di partecipanti, Donald Trump torna nella capitale britannica per la prima volta dopo l’era Covid. L’ultima sua visita, datata giugno 2019, lo vide sedere serenamente a tavola con l’allora regina Elisabetta II, con la quale l’attuale presidente americano, ai tempi al suo primo mandato, i rapporti erano assai distesi. Le vicende susseguitesi in questo 2025 e la successione al trono di re Carlo III nel 2022 hanno cambiato molte cose. La visita odierna avviene in un contesto di difficoltà per entrambe le parti, con Londra che vuole imporre a Washington l’agenda verde di Buckingham Palace, mai digerita dal nuovo corso trumpiano (che ha riportato gli Stati Uniti fuori dall’Accordo di Parigi), e Washington che, con lo scioglimento forzato dell’USAID, ha interrotto un cospicuo flusso di fondi verso la Gran Bretagna: il Comitato Internazionale di Soccorso, di cui re Carlo è patrono, vede minato addirittura il 40% delle proprie finanze. Oltre a ciò, la presenza del Primo ministro Keir Starmer alla cena ufficiale non faciliterà l’alleggerimento dell’atmosfera: quasi sicuramente il tema dei colloqui verterà sulla questione ucraina, ove anche qui la divergenza di posizioni tra britannici e statunitensi vede i primi convintamente al fianco di Kiev e i secondi tentare di sganciarsi dalla contesa cercando di mediare un dialogo con la Russia. Poco convincono, a corte, anche i contatti e il sostegno americani ai partiti della cosiddetta destra populista nel resto d’Europa, ai quali è affine anche l’UKIP in risalita nei sondaggi elettorali ai danni proprio del governo Starmer. Si vedrà, dunque, se l’accento diplomaticamente posto sui tratti comuni tra i due Paesi genererà nuovi accordi o se ancora proseguirà la partita su chi riuscirà a “meglio gestire” l’altro: Trump, con le sue numerose violazioni del protocollo ufficiale inglese (leggasi: mancanze di rispetto al sovrano) non sfuggite all’attenta stampa locale, fa decisamente partire in salita tutta l’impresa. (JC)

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