Se n’è andato Valentino Ponzin. Improvvisamente. Compagno di allegra brigata socialista si era ritirato da tempo o almeno io non lo vedevo più. Ma quando ci incontravamo la lucidità politica, quella dei giorni migliori della nostra magnifica avventura craxiana, era la stessa, corrosiva e visionaria. Per lui non ci sarà un poeta a cantarne la profonda umanità della banca a servizio di un popolo che sembra quasi aver perso la memoria di sé. Gli amici però non lo dimenticano e lo portano nel loro cuore grande di ragazzi.
Non sequestrate, Firenze 1766, non sequestrate
attrezzi agricoli per debiti
né buoi da tiro
dai contadini che con essi lavorano.
Pietro Leopoldo