“Dall’89 in poi, tutte le guerre più aspre (Ucraina compresa) sono state combattute dagli Usa ai confini immaginari di una grande area”
Riportiamo di seguito alcuni passaggi del nuovo approfondimento di Leonardo Tirabassi su Il Sussidiario.
Il Sussidiario – La guerra in corso in Ucraina mostra, ogni giorno che viene, caratteristiche sempre più pericolose. Quella che era cominciata come una guerra limitata, cioè combattuta con mezzi e per fini limitati, partendo dal nome “operazione militare speciale” scelto da Putin, rischia di trasformarsi in qualcosa di molto più drammatico. Ecco infatti che con disinvoltura si parla di uso di armi nucleari tattiche, come se l’impiego dell’atomica fosse una cosa possibile. Ma come è successo che si è arrivati a infrangere, per fortuna fino ad oggi solo a parole, il tabù dell’atomica?
Il fatto è che la guerra in Ucraina è una strana guerra intrapresa dalla Russia a cui hanno risposto non solo Kiev ma gli Stati Uniti e la Nato. Innanzitutto, per la Russia gli obiettivi immediati sono due: riprendere il controllo delle terre a maggioranza russa in Ucraina e impedire che la Nato si espanda fino ai suoi confini. Perché la Russia non solo si sente erede dell’Unione Sovietica, ma è discende direttamente dall’impero zarista, da quella Russia che come simbolo aveva ed ha l’aquila bicipite, lascito dell’iconologia bizantina, che guarda ad occidente come a oriente, Stato più esteso del mondo, che va da Vladivostok a San Pietroburgo, dal Baltico alla Crimea, abitata da 160 etnie, dove il 20 per cento della popolazione non è russo, e dove le cose diventano drammatiche nelle zone di confine.
Accanto a questi obiettivi, nascosto, ve ne è un terzo, ribadito anche nell’ultimo discorso da Putin in occasione dei referendum tenuti negli Oblast annessi.
Certo guerra contro Kiev, ma anche prima guerra contro la pretesa degli Stati Uniti di essere l’unico attore internazionale sia sul terreno strategico, che militare che economico, il solo Stato che si crede legittimato a dettare le regole del gioco internazionale.
Unica superpotenza che si arroga il diritto di definire gli standard del diritto internazionale, di cosa sia giusto e sbagliato, ovviamente secondo i propri interessi. Da qui, come esempio di arbitrio, il riferimento all’uso dell’atomica a Hiroshima e Nagasaki, uso non certo giustificato da motivi militari. È chiaro che l’interlocutore di queste durissime parole sono i Paesi terzi, gli “altri” popoli, gli ultimi del treno occidentale o gli Stati revisionisti che contestano l’attuale ordine internazionale come Cina e Iran.
L’articolo completo: SCENARI/ Russia, Iran, Cina, Turchia: il patto degli “imperi” contro l’egemonia Usa