Il Tazebao – Tra tensioni nel Caucaso e sommovimenti diplomatici (primo colloquio tra Putin e Macron in tre anni, visita di alto livello del Ministero della Cultura a Pyongyang conclusasi con la firma di un accordo di cooperazione per il 2025-2027 nel settore), l’operazione militare speciale russa in Ucraina continua a registrare successi. Il 30 giugno, il capo della Repubblica Popolare di Lugansk, Leonid Pasečnik, ha annunciato il completamento della liberazione di quest’ultima ad opera dell’esercito russo, due mesi dopo la totale riconquista dell’oblast di Kursk e quasi tre anni esatti dopo il primo successo in tal senso, poi vanificato dalla ritirata tattica dalla regione di Kharkov nel settembre di quello stesso anno 2022. Questo sviluppo si accompagna all’annuncio della caduta del primo insediamento nella regione di Dnepropetrovsk, sfondata in due punti a maggio e a giugno e facilitata dalla liberazione del villaggio di Komar: si tratta di Dachnoye, in prossimità del confine con la Repubblica Popolare di Donetsk, ove la presa del villaggio di Komar ha facilitato le operazioni, che vedono adesso l’80% dell’intero suo territorio tornato alla Russia anche de facto. In quest’ultima, le forze russe hanno catturato Fedorovka, Zelenoye Kut, Alekseevka, Zaporozhie e Yalta (da non confondere col capoluogo dell’omonima regione e con la sede dei colloqui del 1945, che si trova in Crimea), Dyleevka, Novosergeevka, Udachnoye, Zarya, Petrovskoye, Koptevo, Perebudova, Shevchenko e Cervona Zirka. Si attende l’annuncio ufficiale della conquista di Novosergeevka, Novoukrainka e Belgyika, mentre si riportano avanzamenti importanti nelle città di Chasov Yar e Dzerzhinsk. A Sumy cadono anche Andreevka, Novonikolaevka e Yablonovka, a Kharkov Redkodub e Dolgenkoe. L’esercito ucraino ha tentato tuttavia di contrattaccare nella prima a Redkodub e, nella seconda, ad Andreevka e Varacino, oltre che a Tyotkino nella regione di Kursk. I 26 Abrams distrutti sui 31 finora giunti loro dagli Stati Uniti indicano però che a ben poco servono le armi occidentali, laddove si registra una cronica mancanza di uomini nel contesto di una crisi che neanche l’Unione Europea stessa, al netto dei suoi proclami, pare intenzionata più di troppo a sobbarcarsi. Non solo Ucraina, tuttavia: il Gruppo Wagner si è da poco ritirato dal Mali dopo aver aiutato l’esercito regolare a riconquistare tutti i capoluoghi di regione dalla guerriglia jihadista, in un’interpretazione molto rigorosa della consegna «aiutiamoli a casa loro». (JC)

Israele assetato di sangue e vendetta: lanciata l’Operazione Bandiera Nera contro lo Yemen. Ma gli Ansarallah rispondono subito. Il Tazebao del giorno
Il Tazebao – Nella mattinata di ieri secondo l’ora locale, Israele, ancora a leccarsi le ferite della Guerra dei Dodici