Dopo il ciclo su Benedetto XVI, Il Tazebao riflette sui 10 anni di Papa Francesco. Un decennio memorabile, per la Chiesa e non solo.
Lorenzo Somigli: «La Chiesa si muove piano perché si muove prima e Francesco è arrivato 10 anni fa. Dopo le Primavere arabe, prima dell’Euromaidan. Un decennio decisivo: il Mediterraneo come diaframma, la recisione del legame euro-russo, la Brexit ha innescato l’inizio della fine dell’Europa. Papa Francesco ha posizionato la Chiesa, ancora una volta, in anticipo e in sintonia con la società».
«Un papa umile, francescano, “pauperista”, che oggi non stona, anzi accompagna la narrazione della scarsità, sebbene l’impegno dei cattolici in politica abbia contribuito alla costruzione della società del benessere».
«Rimangono nodi da sciogliere: la riduzione della Chiesa a mero “supporto delle società borghesi” rischia di renderla strumento solo immanente, privandola della sua prospettiva post-temporale; la presunzione di universalismo di Papa Francesco si scontra con la condizione della guerra e della scarsità».
Gianni Bonini: «L’illuminismo cibernetico ha reso vano il sacrificio dell’ultimo Pontifex. L’Europa secolarizzata si offre a Lutero, Gerusalemme è senza crociati. La Chiesa alla ricerca di nuove radici nel multipolarismo ha bisogno di credere nella trascendenza della sua missione nella Storia».