Il nuovo intervento di Umberto Minopoli, Presidente dell’Associazione Italiana Nucleare, in cui rimarca la necessità di un mix energetico con rinnovabili e nucleare.
“Le misure per sostituire il gas russo – attivare nuove fonti di approvvigionamento, nuovi rigassificatori – impegneranno alcuni anni”, scrive Minopoli. “Intanto al 2030 dovremmo aver posto le basi di una significativa diversificazione del mix energetico. La strada che seguiranno tutti i paesi avanzati è quella di usare assai più energia elettrica, generata da meno combustibili fossili importati”.
«Le fonti, specificamente “elettriche”, a disposizione sono tre: rinnovabili intermittenti (solare ed eolico), idroelettrico e una quota di energia nucleare, che serva a compensare la discontinuità e la non programmabilità del solare e dell’eolico».
“Nell’Europa dei 26, solo un piccolo gruppo di paesi (Germania, Austria, Belgio, Lussemburgo, Spagna, Danimarca) non ha programmi nucleari (ma, alcuni di essi, dispongono di centrali nucleari a cui, vedi Belgio, hanno deciso di allungare la vita oltre il 2030). Se guardiamo all’Europa geografica e alle prossime nuove adesioni (Ucraina), il parco dei paesi che sviluppano programmi nucleari si avvicina alla quasi totalità”, ricorda.
«L’Europa geografica (per intenderci, quella che Macron ha proposto come futura Europa confederale) è l’area del mondo in cui si costruiscono più centrali nucleari che il resto del mondo. E tutti traguardano il 2030 come data per avere, almeno, posto le basi concrete del cambiamento del mix energetico, con più fonti elettriche (rinnovabili e nucleare)».
“La Francia ha annunciato sei nuove grandi centrali. Il governo britannico ha annunciato 120 milioni di GBP (146 milioni di USD) per finanziare lo sviluppo di nuovi progetti di energia nucleare e realizzare otto nuovi reattori entro il 2030″.
“Da noi – scandisce ancora Minopoli – manca il coraggio anche solo di studiare, cosa doverosa, la fattibilità, i tempi e i costi di realizzazione di eventuali nuove centrali. Vige una rimozione pregiudiziale imposta da ignoranza, pregiudizio e chiusura ideologica verso una tecnologia cui sta ricorrendo l’Europa e il mondo. È ora di uscire dal torpore e, almeno, studiare quello che fanno gli altri”.
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