Con lucidità e precisione, Fiamma Nirenstein ha tratteggiato il quadro mediorientale dopo il disimpegno degli Stati Uniti e dove sono emersi nuovi attori.
Fiamma Nirenstein, Senior Fellow del Jerusalem Center for Public Affairs, durante la presentazione al Conventino di Firenze, condotta da Lorenzo Somigli, in collaborazione con ARS (Archivio Riformisti Socialista), di “Destino americano”, nuovo numero della rivista leSfide – non c’è futuro senza memoria, edito dalla Fondazione Craxi ETS, ha allargato lo sguardo a un quadrante di interesse per gli Stati Uniti e per tutta la stabilità globale: il Medioriente.
Al recente summit di Jeddah della Lega Araba c’era – ha ricordato – una “doppia presenza stupefacente: Zelensky e Assad, insieme”. Secondo l’ex parlamentare, ciò risponde a una logica: “Da una parte è una dimostrazione di fedeltà agli Stati Uniti, che hanno garantito, fino ad oggi, la sicurezza della regione, dall’altra è un ammiccamento alla Russia, tramite la riabilitazione del suo pupillo nonostante costui sia colpevole di decine di migliaia di morti e abbia usato le armi chimiche contro il suo popolo”.
In effetti, il quadro mediorientale è cambiato nel profondo con il disimpegno degli Stati Uniti e soprattutto “dopo la terribile fuga dall’Afghanistan”. Ciò ha portato all’ingresso di nuove potenze: Iran, “con i suoi proxy, come Hezbollah”, Russia “che ha basi militari in Siria” e Cina che “ha mediato gli accordi, stupefacenti e disastrosi, tra Iran e Arabia Saudita”. Proprio la Cina, “insieme a Emirati, Oman e le già citate Arabia Saudita e Iran, costituisce una forza navale nel Golfo, da cui passa larga parte del greggio mondiale”.
“L’America è in una situazione molto difficile ed è frastornata dalla radicalizzazione interna”, ha aggiunto. Nirenstein ha rilevato anche le difficoltà dell’esercito americano, che è su base volontaria, e a cui mancano “18mila persone e 7mila solo nell’aviazione” ma anche i recenti tentativi dell’amministrazione Biden di “riprendere il percorso degli Accordi di Abramo”.
Per leggere online il numero: Destino americano. Polarizzazione interna e proiezione globale