Lexicon, le parole della pandemia. Dalla A alla Z

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Le parole e le espressioni divenute di uso comune con l’emergenza. Il lexicon del Coronavirus

Le parole utilizzate per comunicare plasmano il senso profondo della realtà. Lo studio del linguaggio, le sue modificazioni, i lasciti di lingue precedenti, il lessico quotidiano è parte integrante per la comprensione dei funzionamenti di una collettività. E non è un caso che la biosicurezza sanitaria si espanda pure la lingua. Esperti e politici hanno istillato pazientemente le nuove parole o, ed è ancor più interessante, hanno ribaltato il senso stesso di alcune. Vediamone insieme alcune.

Assembramento. Uno dei principali motivi di diffusione del contagio: riunirsi, ritrovarsi spesso senza protezioni o distanze. L’assembramento può essere in luoghi pubblici o aperti al pubblico. Comune in “Severamente vietati gli assembramenti” o “i giovani fanno assembramenti”.

Bolla. Provvedimento teso a tenere isolata una certa comunità di persone. Molto diffuso nello sport. Es. “Gli atleti vengono tenuti in una b.”

Curva. Indica l’andamento quotidiano dei casi di positività riportato su apposito grafico. Molto comune in “la c. del contagio” oppure in “misure efficaci per abbassare o flettere la c.”

Dad. Non è papà o meglio babbo in inglese ma l’acronico di “didattica a distanza”, il corrispettivo del telelavoro per gli studenti così da proseguire le lezioni anche da casa. Cit. “L’incomprensibile entusiasmo per la Dad” (G. Della Loggia).

Epidemiologo. Figura irrinunciabile di ogni salotto televisivo, l’e. è uno dei protagonisti dell’emergenza. A seconda delle varie inclinazioni di pensiero, ha una ricetta personale per uscire dall’emergenza.

Focolaio. Molto lontano dall’originario significato, il focolaio derivante dal latino, intende un epicentro di diffusione. Spesso è circoscritto ad ambienti specifici. Comune in “un nuovo f. nella RSA”.

Gregge. Preceduto di frequente da immunità (vedi dopo). Si ottiene questa condizione, l’immunità di g., quando una data comunità raggiunge una soglia di vaccinazione tale da inibire la diffusione del contagio.

Hotel. Non per le vacanze ma “Covid h.” (meno comune “Covid hospital”) ovverosia uno spazio nel quale vengono isolati i positivi per evitare che il contagio si diffonda ulteriormente.

Immunità. Non l’immunità parlamentare ma quella rispetto al virus. Dalla sua radice deriva “Immuni”, la app per il tracciamento. Correlato quasi sempre con “gregge” (vedi sopra).

Lockdown. Nel gergo carcerario USA l. intende il carcere duro. A partire da marzo il l. intende la chiusura totale di uno o più paese. Più di recente correlato con “regionalizzato”. Cit. in “Life was so beautiful/Then we all got locked down” (Rolling Stones).

Mascherina. Può essere chirurgica o FFp2, quelle che dovrebbero garantire maggiore sicurezza. La m. è un dispositivo di sicurezza irrinunciabile, oramai parte integrante di ogni corpo.

Nemico. Ogni guerra ha la sua retorica o propaganda e quella al Covid19 non fa eccezione. Il nemico è quindi “invisibile”. Nella pubblicità di “Immuni” la app aiuta a rendere visibile la minaccia invisibile.

Ondata. La pandemia si ingrossa e si scaraventa come una mareggiata che travolge le coste. Da qui il parallelismo marosi-virus ormai ampiamente diffuso. Comune in “prima o., seconda o., terza o.”

Positivo. È un caso di scuola. Uno degli aggettivi più comuni nella lingua italiana è diventato una parola terrificante. Positivo in quando vettore, inconsapevole, del virus.

Quarantena. I celebri 40 giorni di isolamento che per il Coronavirus oscillano tra i 15 e i 10. Si può uscire dalla q. solo dopo tampone negativo. Molto comune “q. preventiva o fiduciaria”.

Rosso. Nella scala cromatica intende una regione dove si riscontra un numero preoccupante di nuovi positivi concentrati in un periodo di tempo limitato, tanto da merita ulteriori restrizioni (vedi “lockdown regionalizzato”).

Sociale. Associato di frequente all’antitetico distanziamento. Il distanziamento s. è la misura base per il contrasto alla diffusione del contagio unitamente ai dispositivi di protezione individuale.

Tracciamento. È lo strumento utilizzato per ricostruire la celebre catena del contagio. Vedi “immunità”.

Uscita. La tanto attesa u. è il momento in cui si può dire superata l’emergenza. Un traguardo sempre più lontano. Interessante ciò che ha detto Maria Antonietta Gulino al Tazebao: “(…) oggi sta crescendo la depressione visto che, al contrario dei mesi precedenti, non si vedono vie d’uscita dalla pandemia”.

Vaccino. Una delle speranze per l’uscita dall’emergenza. Comuni le espressioni “v. pfizer”, “approvvigionamento del v.” oppure “corsa al v.”.

Zona. Nella seconda ondata (vedi) l’Italia è stata suddivisa in differenti zone a seconda della gravità della diffusione del contagio (vedi anche “curva”). Il gradiente cromatico prevede “z. gialla, z. arancione, z. rossa”.

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