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La “stretta antiamericana” di Biden. Da L’Osservatore Repubblicano

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L’opinione apparsa su L’Osservatore Repubblicano, di segno diametralmente opposto rispetto ad altre sul Presidente Joe Biden.

L’Osservatore RepubblicanoJoe Biden è riuscito, nonostante tutto, a ridimensionare molte inquietudini riguardo la sua figura. Come hanno sottolineato alcuni analisti, le voci sulla presunta demenza di Biden sono andate affiochendosi, anche per la buona gestione della retorica di guerra nel medio periodo. Reggendo il peso dell’immagine data in campagna elettorale, i toni sono pacati in confronto ai corrispettivi orientali e quindi danno anche un’immagine di forza. Ma la situazione americana non è semplice. Cavalcare l’inversione di rotta di Trump, che avrebbe impedito la guerra, ma tornando in molte cose sul solco profondo tracciato in un ventennio di Pax Americana mal gestita, su cui è troppo tardi per tornare indietro per un uomo dell’establishment come Biden. Ci si trova quindi stretti ad Oriente e, con il disallineamento della Turchia, degli alleati del Golfo, dell’India e della Cina, la NATO è sempre più isolata.

Di qui gli esiti del G20 indonesiano: di cosa hanno parlato Xi e Biden?

Entrambi sembrano usciti positivi ma cauti. Non è una tregua, non è una guerra mondiale. Con la Cina che si ritira bruscamente dal possesso di titoli di Stato americano, dopo aver toccato un picco di oltre 1.000 miliardi, Biden prepara la stretta economica più antiamericana di sempre, anche per la minaccia del ritiro di tutti gli investimenti americani o di una guerra economica che la Cina non avrebbe problemi a mettere in atto, bloccando le esportazioni USA.

L’Inflation Reduction Act, varato ad agosto, giusto in tempo per il G20, potrebbe avere ripercussioni sull’economia mondiale.

Calmierare i prezzi dei prodotti di consumo da un lato, rimpolpare progressivamente gli impiegati dell’IRSl’Agenzia del Fisco americano, dall’altro. Insieme a tutte le leggi in preparazione di una stretta fiscale, si profila essere una vera e propria strage per la piccola e media borghesia, per la pletora di freelancers e persone che, grazie ai social, erano riuscite a stare a galla durante la pandemia aprendo piccole botteghe artigiane onlineCon i pagamenti una tantum del governo, gli “stimulus checks”, ci si è approvvigionati di tutte le coordinate bancarie, anche secondarie, di chiunque fosse in difficoltà, riuscendo anche ad individuare gli sprovvisti, grazie all’emissione (con un malus di tempi e modalità) di carte prepagate.

Regolamentare e registrare tutti i bonifici sopra un qualche centinaio di dollari e regolamentare e registrare al Fisco tutti i pagamenti a rate (per via della proliferazione di servizi per pagamenti) con l’Electronic Fund Transfer Act, questa è la strada.

La ricetta per l’austerity all’americana nel post-pandemia diventa hi-tech e non promette nulla di buono, anche a livello internazionale.

Nonostante si sia promesso di non andare a intaccare i patrimoni dei piccoli borghesi ma solo quelli dei “super-ricchi”, non è detto che Joe Biden, e quindi la tenuta della millantata democrazia statunitense, possa reggere anche a questo.

Fonte: Vi mostro il piano di Joe Biden per impoverire l’America

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