Il Tazebao – Cuba vuol tornare a macinare Pil, ma ci sono delle lacune da colmare. Si può definire un resoconto franco e dettagliato quello fornito dal Ministro cubano dell’Economia e della Pianificazione Joaquín Alonso Vázquez. Complice l’isolamento e il blocco commerciale dell’isola (anche se Cuba si sta aprendo al mondo Brics), che si traduce, per esempio, in penuria di carburante, gli ultimi anni hanno visto una contrazione del Pil; tuttavia, secondo il Ministro, nel 2025 il paese caraibico tornerà in terreno positivo, con circa un +1%. Analizzando l’economia reale e i beni, ha evidenziato che si sono riscontrate delle lacune nella produzione di nichel, rum, zucchero e aragoste. Positiva la crescita dei servizi, a partire dal settore medico, ma pesano le lacune nel turismo e nelle comunicazioni “che non hanno realizzato i piani”. Sempre facendo fede a quanto riportato dal Granma, anche il settore agricolo è in difficoltà con carenze registrate nei tuberi, carne, ortaggi e, perfino, nello zucchero. Scarse, infine, le produzioni di legname e cemento (di recente Il Tazebao ha dato conto dei progressi nordcoreani). Entrando nel dettaglio di una produzione oltremodo caratteristica dell’area caraibica, per lo zucchero crudo l’obiettivo è raggiungere “299 800 tonnellate”, “22 000 tonnellate di zucchero raffinato” (il doppio della produzione 2024), destinando “30 mila tonnellate all’esportazione”. Prioritario, per il Ministro cubano, visto il calo negli ultimi anni, aumentare la produzione di energia, puntando a raggiungere 18.606 Gigawatts, con spiccato contributo delle fonti rinnovabili (in tal senso è importante l’aumento delle esplorazioni petrolifere).
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