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Kamala Harris in corsa per le elezioni americane del 5 novembre o dell’ingovernabilità negli Stati Uniti. Il Tazebao del giorno

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Il Tazebao – Gli ultimissimi giorni sono stati un susseguirsi di notizie, congetture, smentite e contro-smentite, mentre Trump pare avanzare come una schiacciasassi nei sondaggi e nella comunicazione: Joe Biden, tramite una lettera pubblicata a suo nome sui canali social della Casa Bianca, ha ufficializzato il suo ritiro dalla corsa presidenziale e il suo endorsement alla vicepresidente Kamala Harris, rifiutando di dimettersi già adesso come richiesto dai repubblicani (è da notare che in pubblico non lo si vede da sei giorni: stranamente, però, i media occidentali non si sono già lanciati in congetture sulla sua “morte” come fecero per Kim Jong Un nel 2020). Tuttavia, sia i donatori che gli altri dirigenti dem si stanno coalizzando attorno alla figura di quest’ultima, la quale, tuttavia, nei primi sondaggi risulta avere un indice di gradimento addirittura inferiore a quello dello stesso Biden. Frattanto, proprio ieri è nato il Partito Comunista Americano, fondato come scissione (pare, di maggioranza) dallo storico Partito Comunista degli USA ad opera dei noti politologi e influencers Jackson Hinkle (che ha partecipato al Forum di San Pietroburgo a giugno) e Haz al-Din, e di cui in Italia si può ritrovare un corrispettivo in Socialismo Italico. Pare quindi che la prospettiva socialista stia diventando sempre più plausibile per larghi settori popolari negli Stati Uniti, mentre, rimanendo in tema di socialismo, l’Agenzia stampa centrale di Corea fa sapere che la RPDC non è interessata all’“offensiva del dialogo” promossa da Trump e non crede ai valzer della linea politica dei governi, mutevole a ogni amministrazione che si sussegue. (JC)

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